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Quattro giugno 1994: muore Massimo Troisi

Ventisei anni fa, il teatro napoletano fu segnato da un grave lutto: il 4 giugno 1994, l’attore Massimo Troisi esalò il suo ultimo respiro.

Col soprannome di comico dei sentimenti o di Pulcinella senza maschera, Troisi diede il via a una nuova era comica.

Secondo molti critici, Massimo Troisi sarebbe stato l’iniziatore della moderna ironia napoletana. La sua comicità l’avrebbe reso il diretto erede di De Filippo e Totò.

La vita

Massimo Troisi nacque a San Giorgio a Cremano, nel febbraio del 1993, ultimo di sei figli.

Fin dalla più tenera infanzia, palcoscenico e schermo caratterizzarono la vita dell’abile comico. Si narra che  la madre spedì una sua foto alla Melin e l’azienda lo rese protagonista di uno dei suoi spot pubblicitari.

Purtroppo, il piccolo Massimo fu costretto anche ad affrontare eventi meno lieti, come la comparsa di una febbre reumatica che sviluppò una degenerazione di un’importante valvola del cuore.

Il suo innato talento iniziò a manifestarsi ben presto, con la composizione di poesie che gli valsero un premio locale ispirato a Pier Paolo Pasolini.

Il suo esordio teatrale ebbe luogo alla tenera età di quindici anni, all’interno  della Chiesa di Sant’Anna.

Lo spettacolo ebbe come principali protagonisti il giovanissimo Troisi e uno dei suoi più grandi amici d’infanzia: Lello Arena.

Il successo

Dopo diversi esperimenti teatrali e artistici, che videro un Troisi adolescente cimentarsi con la stesura di canovacci tutt’altro che semplici da gestire, e la fondazione di un gruppo teatrale, l’attore iniziò a fare le sue comparse sul piccolo schermo.

Nel 1977, assieme a Enzo Decaro e Lello Arena, Troisi diede vita alla Smorfia, compagine teatrale composta dal trio che, dopo un enorme successo registrato nel corso di un tour teatrale, cominciò a lavorare per una trasmissione radiofonica.

Magalli e Trapani, ben presto, fiutarono nei tre attori le premesse di tre talenti destinati a divenire celebri e, dopo un attento esame, il trio ottenne il suo spazio televisivo.

Da quel momento in poi, il pubblico italico non riuscì più a fare a meno della neo comicità partenopea elaborata dai tre.

All’inizio degli anni 80, il gruppo si sciolse e diversi produttori contattarono Troisi per averlo in uno dei loro film.

L’interprete, all’inizio riluttante alle proposte avanzategli dagli operanti nel grande schermo, fu convinto da Berardi a scrivere, dirigere e interpretare una commedia sua.

Il titolo del film è rimasto nella storia, risponde all’ormai nota pellicola Ricomincio da tre.

Col passare degli anni, Troisi divenne uno dei capisaldi del cinema italiano, arrivando a collaborare con lo stesso Roberto Benigni, nel film Non ci resta che piangere.

Dopo aver terminato le riprese di Il postino, una delle pellicole più malinconiche del cinema italiano, Troisi si spense nel sonno, a soli 41 anni.

Nel giugno del 94, Troisi lasciò così in lacrime l’Italia intera.

Il ricordo

Quel giorno di giugno, Massimo Troisi lasciò nel cuore degli italiani e dei campani un’impronta definitivamente indelebile.

Dalla sua recitazione, trasparivano incredibili doti mimiche e gestuali, grazie alle quali plasmava i personaggi da lui interpretati, sia che si trattassero di caricature che di spiriti meditativi e profondi.

Estremamente sensibile ai temi del suo tempo, in particolare all’Italia e alla Napoli del post terremoto degli anni 80, Troisi rinnovò la comicità italica, apportando nuovi modi di sentire e ironizzare.