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Processo a Salvini: un precedente storico

Dopo l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini scoppia il caso. In parlamento Pierferdinando Casini rilancia: “Cari colleghi, aspettatevi che possa capitare anche a voi”. 

Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona nel caso Gregoretti, dovrà sottoporsi a processo. Nessun colpo di scena, nonostante il cambiamento della Lega. Lo stesso Salvini aveva chiesto al proprio partito di votare affinché si procedesse. Spavalderia che poi si è vanificata, ma ormai la frittata era fatta. Al momento della votazione la Lega lascia l’aula, gli altri partiti della destra votano contro e la maggioranza a favore. Durante la discussione in aula si scatena la bagarre, due senatori del Movimento 5 Stelle e della Lega finiscono quasi alle mani. L’intervento più significativo è di Pierferdinando Casini, il senatore con più legislature in assoluto, e mai inquisito: “Attenzione cari colleghi – dice alla maggioranza – perché dopo il vostro voto varrà tutto. Potrebbe capitare anche a voi”.

“Tengo famiglia”, il discorso di Salvini da campagna elettorale

La cosa più inverosimile è che un intero Paese, o meglio la sua attenzione mediatica, sia catturato da una vicenda che si risolverà senza nulla di fatto. Non sono soltanto le parole di Salvini. Il processo potrebbe andare avanti per le lunghe e risultare, come probabile, un nulla di fatto.

Intanto il leader della Lega, e qui sta l’errore della maggioranza, continua il processo di auto-martirio. Nel discorso alla camera la sintesi è “tengo famiglia” che assomiglia più ad una supplica. Pessima figura, direbbero fini analisti politici. Se ne accorgono tutti e la maggioranza scoppia a ridere. 

Lo sapevo. Sono assolutamente tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto”, ha affermato Salvini. “Lo rifarò appena tornato al governo. Come è stato difendersi in Senato? Surreale. Ho giurato sulla Costituzione, che prevede che difendere la patria è dovere di ogni cittadino. Io ho difeso l’Italia. Ringrazio i senatori della Lega ma noi non cambiamo, andiamo dritti, affrontiamo questa aggressione politica. Sono convinto che la fine sarà archiviazione. Chi vota oggi pensando di vincere sarà sconfitto dalla storia “.

Tra Casini e Crimi: due facce della stessa medaglia

La medaglia certo non è al valore. Il capo pro-tempore del Movimento 5 Stelle rincara la dose su Salvini con un post.

“Da mesi il capo della Lega vive in uno stato confusionale, è evidente – scrive sul blog delle Stelle Vito Crimi in un post – . Basta ricostruire le sue dichiarazioni: prima rivendica di essere stato lui a decidere sul caso Gregoretti, poi grida al complotto, affermando che si è trattato di un’azione promossa da tutto il governo. Prima dice di volersi far processare, poi non vuole più, poi vuole di nuovo. Ha cambiato idea talmente tante volte che è impossibile capire come la pensi veramente”.

Più complesso il discorso di Pierferdinando Casini in cui spiega la ratio del suo voto contrario. Non troppo tra le righe, però, arriva la stangata. Essi perché quello che è successo a Matteo Salvini “potrebbe capitare anche a voi”. Vale tutto, in pratica. Due facce della stessa medaglia: l’acqua viene tirata sempre al mulino del leader leghista. Dopo la sconfitta in Emilia Romagna, insomma, Salvini sta cercando di prendersi la scena a modo suo. Un occhio lo butta anche all’alleato di opposizione, Giorgia Meloni, che però non lo lascia comandare, anzi. Proprio questo potrebbe spaventare il leader leghista, ma ora sembra solo uno spettro immotivato.