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Premio Nobel per la pace a Mandela e De Klerk

E’ il 15 ottobre 1993 quando con la seguente motivazione: “per aver svolto un ruolo decisivo nello smantellamento del sistema di segregazione razziale nel loro paese” il comitato per il Nobel della pace assegna il premio a Nelson Mandela eFrederik de Klerk.

Sono trascorsi quasi quattro anni dalla scarcerazione di Mandela, nel febbraio del 1990, dopo anni di reclusione. L’immagine della stretta di mano con de Klerk, apparsa sui quotidiani, aveva fatto il giro del mondo e già qualcuno parlava di un premio.

Era l’immagine dell’intesa tra due grandi statisti sud africani uniti dalla voltà di fondare un nuovo Sud Africa.

Durante gli anni di reclusione, durata un quarto di secolo, Mandela e de Klerk, ebbero una serie di colloqui segreti prima e pubblici dopo, nei quali agirono di concerto per preparare l’avvenire pacifico del loro paese.

Una collaborazione che, come presumibile, ebbe i suoi alti e bassi, contraddistinta da momenti di scarsa fiducia, silenzi e periodi di allontanamento che ha però prodotto i suoi frutti.

Frutti raccolti il 27 aprile del1994, quando tutti gli africani, bianchi e neri, per la prima volta nella storia, votarono insieme per eleggere un’ assemblea con poteri costituenti.

La collaborazione tra Mendel e de Flerk non è di per se nuova ai tavoli del potere, nel senso che, alla ricerca di un bene comune c’erano già state nella storia tavole rotonde tra ecerrimi avversari politici. Quello che ha fotto e fa ancora oggi la differenza è il passato così insaguinato del Sud Africa e la forte divisione del paese, radicata nell’animo dei suoi abitanti.

Il merito che va riconosciuto a Mandela e de Klerk è proprio quello di esser riusciti ad evitare un conflitto civile senza pari. Nella motivazione al premio fu infatti riconosciuta la capacità di entrambi di : “raggiungere un accordo partendo da punti lontanissimi”.

Quando però arrivò questo premio la pace in Sud Africa era ben lontana dall’essere raggiunta,infatti dilagava ancora la violenza, gli eccidi erano ancora all’ordine del giorno e nel solo 1993 si contarono oltre tremila morti.

In uno studio della University of South Africa portò alla conclusione che il paese fosse il “più violento al mondo”.

E’ vero sicuramente che i due evitarono il peggio.

Il compito più difficile spettò di sicuro a Nelson Mandela. La sua scelta di allontanarsi dalla violenza, perseguendo la “soluzione politica” ai coltelli e le pistole, lo portò spesso a trovarsi contro i suoi stessi alleati.

De Klerk, però, merita il Nobel quanto Mandela, in qunto nei tre anni di potere rivoluzionò il Sudafrica, che divenne un paese libero, aperto, dinamico, pur mostrando ancora atroci difficoltà.  Il suo compito fu però, in certo senso, più facile perchè seguì quella che per molti appariva una strada già segnata da chi lo aveva preceduto.

Il suo merito fu di lanciarsi su quella strada senza esitazioni, anzi a passo di carica. Senza timore di perdere per strada tutti quegli elettori bianchi che vedevano nella sua svolta democratica solo una perdita di status e di potere.

I due capirono di aver bisogno uno dell’altro per arrivare a qualcosa di definitivo e riuscirono ad allontanare da loro gli estremisti che avrebbero sicuramente condotto il paese ad ulteriori bagni di sangue.