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Potevo essere io quella mamma: l’hashtag che spopola sul web dopo i fatti di Roma

Un tam tam solidale, fatto di racconti, di storie di solitudine, di angoscia, di paure inespresse, che unisce le mamme italiane sotto l’hashtag “potevo essere io quella mamma”.

È così che dopo la storia del bimbo di Roma, morto in ospedale mentre la mamma si era, stremata, appisolata, le puerpere d’Italia raccontano la loro esperienza.

Mentre solo l’autopsia sul piccolo nascituro porterà alla verità sulle cause del decesso, una nuova finestra si apre su storie non finite ugualmente in modo così tragico ma che hanno uno sfondo simile.

Potevo essere io quella mamma: storie di donne e mamme

La storia si sa è piena di errori dell’umanità ed è per questo che si spera che studiando e portandola alla luce alcune cose non si verifichino nuovamente.

Questo è uno di quei casi.

Probabilmente quello che è accaduto a Roma verrà classificato come una morte accidentale, una di quelle morti in culla inspiegabili e terribili, che non hanno colpevoli.

Eppure la storia di Roma non è dissimile da molte di quelle che in queste ore vengono raccolte sul web, solo con un finale molto più tragico.

Il parto, al di là delle parole poetiche, è un momento duro, difficile per la mamma.

Spesso il travaglio, specie nella prima gravidanza, può durare ore.

Ore in cui il dolore fisico e la fatica si mescolano alla paura che qualcosa possa andare nel verso sbagliato e che il bimbo ne possa soffrire.

E poi dopo la gioia di aver visto il proprio bimbo lo scontro con la realtà.

Il Covid porta solitudine, sia nella malattia, sia nella gioia.

E allora tutti via dagli ospedali, niente nonne, zie o amiche ad aiutare la neo mamma dopo le fatiche del parto.

Sole, con un bimbo da accudire, magari affamato perché la montata lattea non è ancora arrivata, magari solo desideroso di attenzioni.

Donne sole, con un personale ospedaliero sfiancato dai continui tagli, impegnato in mille attività o solo poco incline all’umanità.

Mamme sole con il senso di inadeguatezza che solo una neomamma può raccontare. Sole con quella paura costante di non essere abbastanza, con un fisco stanco e una mente debole.

Sole con il corpo lacerato, con troppo sangue perso e tanto altro ancora.

E allora può capitare di addormentarsi, può capitare di sbagliare e allora ognuna potrebbe diventare quella mamma.