Le arti si incrociano e raccontano. Lo sa bene anche il noto rapper partenopeo Luchè, al secolo Luca Imprudente, diventato un gigante dell’hip-hop in Italia, partendo da una subburra campana, messa sempre tra le barre, prima con i Co’ Sang e poi con un itinerario musicale individuale, che l’ha portato ad essere una realtà in espansione sul territorio nazionale e non solo.
Questa escalation, nei suoi step più arcani, trovano forma nelle pagine de “Il Giorno Dopo”, nelle librerie dal prossimo 28 giugno.
Il primo libro del “genio di Marianella”, in cui mette a nudo temi ed argomenti spesso già oggetti delle sue stesse canzoni, ma anche sfaccettature del suo animo spesso lasciate in un bunker al buio.
Passione e sacrificio, cadute ed ascese, riga per riga delineano lo spirito caparbio di un artista capace di far uscire la propria realtà musicale oltre la scena napoletana dell’hip-hop e proiettarsi con gli anni a essere tra i leaders dell’attuale scena rap italiana con nomi come Noyz Narcos e Marracash, con album quali “Malammore” e “Potere”.
A ciò si aggiunge il suo neo lavoro da produttore discografico con la BFM, capace di unire in un solo marchio tutti i nomi della scena partenopea, come Vale Lambo e Lele Blade.
Inoltre, a circa un anno dalla pubblicazione del suo ultimo album” Potere”, verrà ristampato con tracce inedite, incluso il featuring con Sfera Ebbasta “Stamm Fort”, diventata hit nello scorso inverno.
L’esperienza di Luché e l’approccio alla scrittura, anche sul piano biografico, non è nuovo al mondo musicale. Se nel rock nomi quali Keith Richards degli Stones con “Life”, hanno scelto di superare i tabù attraverso la penna, anche nel rap, nomi quali Eminem hanno adottato la medesima misura per sciogliere nodi sulla propria persona e sul proprio universo.