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Posillipo, in 10 in palestra: sorpresi e denunciati

Sorpresi in una palestra di via Manzoni a Posillipo, sono 10 i denunciati per aver violato le dispositive del DPCM. 8 Marzo 2020, che già prevedeva la chiusura di Palestre e centri sportivi.

Dal testo del decreto: “Sono sospese le  attività  di:  palestre,  centri  sportivi, piscine, centri natatori, centri  benessere,  centri  termali  (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza) centri culturali, centri  sociali,  centri ricreativi”.

In questi giorni non sono pochi i casi di violazione delle disposizioni ministeriali, dovute anche all’interpretazione non semplice dello stesso, quello registrato a Posillipo, in Campania, è uno dei tanti.

Il testo del decreto del 10 marzo, ancora più stringente nelle direttive, lascia spazio a molte possibilità di interpretazione non risultando ben chiaro e dettagliato. La poca chiarezza ha portato il ministero a creare una pagina contenente delle FAQ (http://www.governo.it/it/articolo/decreto-iorestoacasa-domande-frequenti-sulle-misure-adottate-dal-governo/14278) per dissipare i dubbi più frequenti dei cittadini.

La chiusura di palestre e centri sportivi e il divieto di recarvisi è però chiaramente esplicitata nel testo, come detto precedentemente; bisogna inoltre ricordare, che il presidente De Luca aveva reso più stringenti le direttive del decreto dell’8 marzo ancor prima del nuovo decreto ministeriale del 10 marzo.

L’operazione di Posillipo rientra nell’operato dei carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, occupati nel controllo del territorio partenopeo per garantire il rispetto delle misure urgenti decretate dal governo per l’emergenza Coronavirus.

I dieci sorpresi in una palestra di via Manzoni a Posillipo hanno un’età compresa tra i venti e i cinquantatré anni, tra loro compare anche un esponente di spicco del clan Calone, operante nel quartiere collinare.

La violazione delle regole in questo caso non è solo una violazione della legge ma della salute pubblica e mina il sacrificio che tutti operano, sia in campo privato che in ambito sanitario.

Ancora una volta si rende necessario specificare che restare a casa non è un consiglio ma è un obbligo di legge.