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martedì, 30 Maggio 2023

Pompei: protesta e immagini

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Dal 4 al 9 maggio, nella splendida cornice di Villa Maiuri a Ercolano, avrà luogo la mostra fotografica denominata Pompei: storie di oggi, storie di millenni organizzata dall’associazione culturale porticese Miglio d’oro Art. Motivo dell’iniziativa è quello di informare i cittadini sulla delicata situazione di abbandono e degrado che vede oramai da troppi anni protagonista la cittadina vesuviana.

Non si può rimanere insensibili di fronte alla catena di crolli e degrado cui gli scavi di Pompei sono sottoposti da tempo, non certo per particolari avversità meteorologiche bensì per incuria e incompetenza delle Istituzioni preposte alla sua difesa e conservazione. Tutto ciò però senza dimenticare la bellezza e la magia di luoghi assolutamente unici.

Le fotografie, selezionate dal noto fotografo Francesco Soranno di Flegrea Park, associazione co-organizzatrice della mostra, sono state scattate da professionisti e non che, trovandosi sul posto, rimanevano estasiati e catturati dallo splendore dei reperti archeologici e allo stesso momento amareggiati e affranti per il degrado in cui versava uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Sono proprio questi i sentimenti che hanno cercato di trasmettere.

Dalle parole di Serena Savarese, attivista della Miglio d’oro Art e una delle organizzatrici dell’evento, emerge tutta la passione per questa iniziativa ma anche un po’ di rammarico per la situazione in cui versa il comune vesuviano.

Ci racconta qual è stata la genesi di questa mostra fotografica?

«Lo spunto è stata la manifestazione di protesta per dire basta al degrado, all’incuria e ai crolli degli scavi di Pompei, organizzata per il 4 maggio. Quella che è stata ribattezzata ‘la catena umana’. L’idea di base era quella di dare seguito all’iniziativa, e così la nostra associazione, insieme alla Flegrea Park, ha dato vita a questa mostra fotografica».

Da ciò che ha avuto modo di vedere, le persone sono informate sulla situazione attuale degli scavi?

«Secondo me questo è il punto centrale della questione. C’è molta disinformazione. Credo che facendo una stima approssimativa, almeno una buona metà di tutti i miei conoscenti non sapevano minimamente lo stato in cui versava e versa tuttora il sito archeologico. Nel nostro piccolo, attraverso le foto, abbiamo cercato di informare le persone. La nostra è una protesta silenziosa, sperando che si trasformi in un rumore assordante e arrivi direttamente all’orecchio delle Istituzioni».

Questi primi quattro giorni hanno fatto registrare una buona affluenza di pubblico?

«Ha avuto successo, senza ombra di dubbio, ma non come mi aspettavo. Dopo la mostra inoltre era in programma il concerto di Marcello Coleman che purtroppo è stato annullato per via del tempo incerto e questo ha portato via molte persone. Ma sono fiduciosa, ci sono ancora due giorni e sono convinta che le persone continueranno a sostenere un’iniziativa che mira alla salvaguardia del nostro patrimonio artistico e culturale».

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