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Polizia metropolitana, le ombre sul corpo

La polizia metropolitana della città di Napoli, un corpo sempre in prima linea, esempio d’efficienza ed eccellenza locale, un corpo indispensabile per il servizio reso, che però non vede una partecipazione attiva.

Così il consigliere comunale facente parte di Italia VIVA, Carmine Sgambati, inneggia alla legalità, parlando della serie di protocolli che vengono firmato in merito alla polizia municipale senza che egli, il quale ne è delegato, ne sappia alcunché, una legalità sempre sorpassata e calpestata. È lo stesso assessore Sgambati a sottolineare questa gravissima mancanza, che spesso viene colmata avvalendosi della grande disponibilità e competenza del comandante Lucia Rea.

Insomma, ci si trova al cospetto di un corpo di polizia per tutte le stagioni, sempre disponibile, sempre pronto, sempre in prima linea ma che viene lasciato spesso in disparte.

Carmine Sgambati, l’intervento riguardo la polizia metropolitana

“Un arsenale linguistico ben fornito è utilissimo a uno scrittore, a un poeta, a un’ attore; quest’ultimo, quando lo associa a una presenza scenica d’impatto conquisterà folle oceaniche.

E può tornare utile anche a un politico; quest’ultimo, però, se vi indulge troppo non è più distinguibile dagli altri tre: dal terzo in particolare.

Non è nel DNA di Italia Viva la polemica, lo è, piuttosto, il “pungolo”.

E, ad oggi, caro sindaco, il numero dei nodi irrisolti aumenta esponenzialmente nonostante la proprietà di linguaggio e la bella presenza di chi dovrebbe scioglierli.

Niente di straordinariamente complesso e, soprattutto, niente di strumentale o di parte: nessun vantaggio di partito né singolo né collettivo.

Le richieste di IV sono pubbliche, trasparenti e, soprattutto, dalla parte della collettività e di valori non negoziabili.

Uno su tutti la legalità.

Non è singolare che le Commissioni consiliari avvengano in remoto quando a pochi metri, a palazzo San Giacomo, il flusso di ingressi e uscite è ormai tornato normale?

È solo malinteso senso delle norme anticontagio o nasconde il “comodo” di qualcuno? Mi limito al “comodo” perché “l’utile” sarebbe sconcertante atteso che il qualcuno in parola di regola marcia in testa a tutti in difesa dei princìpi più alti e nobili.

La legalità, ancora lei, attende da tempo al varco di essere ammessa in portineria sempre a palazzo San Giacomo; mi risulta sia ancora “in remoto” benché “in divisa”.

Quella stessa uniforme di recente pesantemente oltraggiata in un corteo in parte “istituzionalizzato”; questo succede quando ci si lascia prendere la mano dal movimentismo scontato e di maniera di altri ottimi attori, scrittori, poeti eccetera…

È tutto documentato: la Polizia Municipale oltraggiata dagli insorti (insorgenti se preferite un altra parola dell’ arsenale).

A mia memoria è un reato; dov’è, se c’è, l’annotazione del validissimo Ufficiale di PG Gen. Esposito?

Dove sono gli atti dell’ assessora?

Abbiamo uno sportello per querelare chi diffama Napoli e non denunciamo chi oltraggia i suoi protettori? O serve uno “sportello” anche per questo o, peggio ancora un tavolo?

No signori servono un PC e un programma di scrittura: ma subito.

Se parole “devono essere” che siano quelle giustamente indirizzate e non quelle recitate.

Molto suggestivo anche il recente protocollo con la Commissione Parlamentare sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti.

Non l’ho letto ma di sicuro sarà un grandissimo esempio di letteratura istituzionale.

Vi si legge che detto Organo parlamentare potrà valersi della collaborazione della Polizia della Città Metropolitana e di quella Municipale.

Bene, nel caso della prima, che mi vede delegato in quell’Ente, le uniche parole le ho rinvenute negli organi di stampa.

Insomma grande letteratura istituzionale ma pessimo senso delle istituzioni; ma tant’è la prima ha un impatto sicuramente vuoto di contenuti ma più gratificante per chi la recita ormai a memoria.

Insomma vedi caro sindaco non c’è sul tavolo una sola questione di parte ma solo richieste di legalità e trasparenza.

L’ideale sarebbe inserire tutto in un patto di fine legislatura nell’ interesse unico e supremo della collettività ma non se ne vedono i termini, le scadenze, i contenuti: insomma ancora una volta una bella espressione che riempie i discorsi dei furbi e eccita le menti dei semplici.

Purtroppo la realtà e complessa (non complicata), richiede coraggio e un lavoro che non sia quello dell’istrione – l’attore che con la sua enfasi recitativa nell’antica Roma provocava plateali onde emotive nel pubblico –  ma quello del buon padre di famiglia – figura presente perfino nel Codice Civile – che cura e protegge la sua famiglia sacrificandosi negli uffici e non in favore di telecamera o sugli assi del palcoscenico.

Altrimenti è bene che la parola, ancora lei, passi agli elettori al più presto” così Carmine Sgambati ha commentato la situazione, auspicando un’immediata risoluzione.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II