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Pinocchio in uscita nelle sale USA, 80 anni fa

Un accadde oggi lieto per i bambini e denso di ricordi per i più grandi: Pinocchio va in scena nelle sale americane. Il pubblico italiano potè invece apprezzarlo solo nel novembre 1947.

Walt Disney lancia il suo secondo capolavoro –dopo l’uscita, nel ’37 di Biancaneve e i sette nani- il 7 febbraio 1940, ben 80 anni fa. Il produttore era rimasto molto impressionato dalla lettura del romanzo di Carlo Collodi, cui si ispirò.

Nel 1941 arrivarono i riconoscimenti per la bellezza dell’opera animata, con due premi Oscar, uno per la “migliore colonna sonora” e l’altro per la “migliore canzone”, quella dal titolo “Una stella che cade”.

Ripercorriamo la trama di un grande classico dell’animazione per piccini, e non solo:

Un falegname di nome Geppetto conviveva con l’unico dispiacere di non avere avuto un figlio da crescere. Aveva costruito un burattino di legno dandogli il nome di Pinocchio e andando a dormire con la speranza –o meglio, il desiderio- che quel burattino intagliato con tanta cura diventasse vero.

la Fata Turchina aveva ascoltato le preghiere dell’anziano uomo e deciso di realizzarle, come premio alla bontà di Geppetto. Con un tocco di bacchetta Pinocchio prese vita e fu nominata sua guida un grillo che aveva assistito stupefatto a tutta la scena.

Pinocchio, sul cammino per andare a scuola, il giorno dopo, s’imbatté in due loschi figuri, il Gatto e la Volpe. I due compari, notato che Pinocchio era in grado di muoversi senza fili, pensarono subito di venderlo al burattinaio Mangiafuoco e così, con la promessa di farlo diventare famoso, portarono Pinocchio al teatro dei burattini e lo vendettero ricavandone un bel guadagno.

All’inizio Pinocchio si divertì molto a cantare e ballare con le altre marionette. Ma, terminato lo spettacolo, al momento di voler tornare a casa, Mangiafuoco, non glielo permise e, mosso dall’intento di portarselo in giro per il mondo, lo chiuse in una gabbia.

Apparì allora la fata che gli chiese perché non fosse andato a scuola, domanda alla quale Pinocchio rispose con una bugia. Il suo naso iniziò ad allungarsi a dismisura e solo quando finalmente disse la verità torno alle sue normali dimensioni.

Di ritorno a casa, Pinocchio vide un mucchio di ragazzi festanti, diretti al Paese dei Balocchi, un luogo senza regole, dove non esistevano doveri d bambini potevano fare tutto quello che volevano. In questa occasione fece amicizia con Lucignolo. Nel Paese dei Balocchi i due presero a divertirsi moltissimo tante erano le giostre e i banchetti pieni di dolci. Ben presto videro che i ragazzi svogliati e maleducati che finivano in quel paese venivano tramutati in asinelli. Quando anche a lui spuntarono due orecchie lunghe e la coda, Pinocchio scappò disperato prima di trasformarsi completamente in asinello.

Tornati a casa capirono che l’anziano falegname era andato alla ricerca di Pinocchio e scoprirono che nel far ciò era stato inghiottito da una balena. Pinocchio, alla ricerca del suo babbo, venne inghiottito insieme al grillo ricongiungendosi, almeno, al suo papà. Il burattino costruì una zattera e accese un grande fuoco inducendo la Balena a starnutire. In questo modo l’uomo e il suo bambino di legno vennero scaraventati fuori dalla stessa balena che però si infuriò e attaccò la zattera, facendola affondare. A quel punto erano fortunatamente vicini ad una scogliera, Il burattino aiutò il suo babbo a nuotare in mezzo alle altre onde, giunti a riva, per il grande sforzo, svenne. Geppetto lo portò a casa credendo che il povero burattino fosse morto.

Il sacrificio di Pinocchio per il suo anziano padre, era stata la prova migliore che il piccolo meritava di diventare un bambino vero, così La Fata risvegliò Pinocchio e premiò il suo coraggio trasformandolo in un bambino in carne e ossa, con l’immensa gioia di Geppetto.

Nella sua trasposizione cinematografica più recente -addirittura al solo 19 dicembre 2019- lo vediamo diretto da Matteo Garrone, con la partecipazione di Roberto Benigni e Federico Ielapi.

Rosalba Caramiello
Rosalba Caramiello
Giovane psicologa clinica laureatasi all'Università di Roma "La Sapienza" ed educatrice, appassionata di giornalismo e fotografia.