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Petrolio, annuncio a sorpresa del Qatar

È arrivato questa mattina l’annuncio inaspettato: da gennaio 2019, il Qatar lascerà l’Opec, organizzazione nata nel 1960 per controllare le oscillazioni del prezzo del greggio, coordinandone la produzione.

L’improvvisa decisione, giunta dopo 58 anni, si presenta come una vera e propria doccia fredda per il settore energetico mondiale che vede saltare il costo del Wti, il greggio di riferimento in Usa, a 54 dollari al barile.

L’imminente abbandono è stato comunicato dal ministro dell’Energia del Paese, Saad al-Kaabi, che ha aggiunto: “Il Qatar continuerà a produrre petrolio ma si concentrerà sulla produzione di gas, per cui è il più grande esportatore di gas naturale liquefatto al mondo”.

Con 610mila barili al giorno, il Qatar è l’undicesimo produttore di petrolio dell’Opec e maggior esportatore mondiale di gas naturale. La scelta è il risultato di un processo che vede il Paese restare quasi isolato da giugno dello scorso anno, quando i Paesi membri dell’ente guidato dall’Arabia Saudita hanno fatto fronte comune imponendo al Qatar un blocco delle barriere terrestri ed aeree.

L’emirato si era trovato costretto a respingere le 13 condizioni imposte per l’abolizione delle sanzioni contro Doha: i sauditi, insieme ad Emirati Arabi, Egitto e Bahrein, hanno interrotto i rapporti diplomatici e commerciali con il Qatar, ritenendolo responsabile di vicinanza a diversi gruppi terroristici e all’Iran, Paese a maggioranza sciita e quindi in aperta ostilità con i sauditi.

Ma oltre a tali accuse, il fronte guidato da Ryad esigeva anche la chiusura della tv Al Jazeera e la rinuncia ad una base militare turca. Condizioni ritenute inaccettabili da Doha, che avrebbe dovuto rinunciare alla sua politica estera e ai buoni rapporti instaurati con Iran, Israele e gruppi legati alla Fratellanza musulmana, come Hamas, in passato fortemente sovvenzionato anche dall’Iran.