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Persona, l’esistenzialismo di Marracash

Uscito lo scorso 31 ottobre l’ultimo lavoro discografico del rapper di Barona, Marracash, Persona, non il semplicistico album rap nonostante il successo che sta riscuotendo da meno di una settimana dall’uscita dell’album.

La sesta fatica del king del rap made in Italy, Marracash si distingue per i canoni di comunicazione adottati e dal modo di fare musica stesso, diverso dal consueto loop.

In 15 tracce, Marracash, ovvero Fabio Rizzo, come egli stesso ha precisato, illustra liricamente lo scavo in sé stessi e come si è evoluta la visione e l’animo del rapper d’origine sicula; parallelamente anche in ciò che è posto all’esterno, facendo i conti con la realtà ed il quotidiano che toccano l’uomo individuo e l’essere sociale, ponendo una riflessione morale ma allo stesso tempo osservando la stessa vanificazione della medesima.

Ciò è evidenziato in brani come “Qualcosa in cui credere”,  “GOAT” oppure nello straordinario remake insieme a Coez della hit di Frankie Hi-Energie “Quelli che non pensano”; l’originalità di Marra, dopo il lungo silenzio, consiste nella capacità di raccontare il processo di elaborazione artistico ed interiore, avvalendosi anche dei massimi producers e protagonisti dell’attuale e passata scena hip hop nazionale.

All’interno dell’album presenziano infatti top player del rap, come Gue, Luché, Sfera, insieme a Big Fish e Charlie Charles, i quali hanno contribuito alla realizzazione del monumento ontologico dell’animo artistico di Marracash, riesumando a livello conoscitivo la volontà anche della consapevolezza di sè, partendo dalla disgregazione del proprio Io.

Connotativo in tal caso è anche la scelta del titolo dell’album, richiamandosi in modo più comune proprio all’uomo in quanto tale, immerso nella ricerca di spiraglio in questa crisi esistenziale che avvolge l’uomo come un atomo perso nel caos.

 

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."