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Pazza Inter, esordio vietato per i deboli di cuore

Il Dna non si cambia: la Pazza Inter è tornata

Forse nemmeno Hitchcock avrebbe immaginato una trama tanto intrigata e sorprendente. La Pazza Inter è tornata e lo ha fatto in pieno stile, vincendo 4-3 la prima a San Siro contro la Fiorentina, in una partita dalle mille emozioni, ricca di occasioni e ribaltoni.

Aspetti positivi

Di buono ci sono i 3 punti, in una partita che ormai sembrava compromessa. Partire con una vittoria del genere con una buona squadra come la Fiorentina, è un’importante iniezione di fiducia per il futuro.

L’importanza di una panchina profonda. Ieri Antonio Conte nella ripresa ha messo in campo Vidal, Nainggolan, Hakimi, Sensi e Sanchez. Cambi poi risultati determinanti ai fini della vittoria finale. Strepitoso l’impatto sulla partita di Sanchez e Hakimi, che confezionano la rete del momentaneo 3-3 con la collaborazione di Lukaku. Ottimo anche l’apporto di Sensi, che ha dato freschezza e qualità sulla trequarti. Infine Vidal e Nainggolan che hanno dato sostanza al centrocampo, in un momento della partita in cui la stanchezza la faceva da padrone.

Da segnalare il lavoro degli attaccanti. Decisivo Lautaro Martinez, che oltre al primo gol, determina anche l’autogol di Ceccherini. Straordinario anche l’apporto di Lukaku, che oltre alla rete svolge un lavoro da centravanti totale. Unica pecca, le 2 occasioni divorate che avrebbero potuto pesare sul risultato finale.

Aspetti da migliorare

Sicuramente la difesa va registrata meglio. La Fiorentina ha realizzato 3 reti ed ha creato numerose palle gol. Le assenze si sono fatte sentire, infatti Conte si augura che dal prossimo match, con il rientro di De Vrij, possa ritrovare la stabilità della scorsa stagione.

Capitolo Eriksen. Il danese anche ieri non ha convinto, pur giocando nel suo ruolo naturale. All’ex Tottenham, le cui qualità tecniche sono indiscutibili, sembra mancare quella cattiveria agonistica, di cui Conte ne fa un credo calcistico. C’è ancora da lavora sul calciatore, l’allenatore lo sa ed intende coinvolgerlo pienamente nel suo progetto.

Infine il nuovo ruolo di Perisic (o meglio un ritorno alle origini). Il croato non ha fatto male, ma è chiaro che nel 3-5-2 debba svolgere compiti diversi rispetto al 4-2-3-1 a cui era abituato. Sul gol di Chiesa manca la sua marcatura, ma, con il prosieguo delle partite, le sue prestazioni non possono che migliorare, acquisendo gradualmente i nuovi meccanismi di gioco.