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Patrick Zaky, sconterà altri 45 giorni di prigione

Patrick Zaky, 25 anni dovrà restare in cella in Egitto per altri quarantacinque giorni. A deciderlo, un tribunale penale del Cairo che ha deciso proprio ieri, domenica 22 novembre di rinnovare di altri quarantacinque giorni la custodia cautelare dell’attivista e studente dell’Università di Bologna Patrick Zaky, in carcere dal 7 febbraio con l’accusa di propaganda sovversiva sui social.

Questo è quanto riferisce in un tweet Eipr, la ong con la quale collaborava il giovane ricercatore egiziano. Le reazioni al provvedimento si sono scatenate subito dopo che il giudice si è pronunciato.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha pubblicato su Twitter: “Altri quarantacinque giorni di detenzione preventiva per Patrick Zaki. Non ci sono parole per definire questo accanimento del potere giudiziario egiziano. Non ci sono parole per definire l’assenza di un’azione forte da parte del governo italiano”.

Filippo Sensi, appartenente al Partito Democratico sembra essere dello stesso avviso e ha recentemente dichiarato: “Continua la tortura per Patrick Zaky, altri quarantacinque giorni. Tutto questo è insopportabile, intollerabile oltre che ingiusto”.

L’ambasciatore d’Italia al Cairo ha inviato, qualche giorno prima dell’ultima sentenza, in accordo con altri  capi missione di altri Paesi non solo europei, una lettera al ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, per richiedere il rilascio dei dirigenti dell’organizzazione, Egyptian Initiative for Personal Rights: Abdel Razek, Mohammed Basheer cui si è aggiunto nella serata di ieri anche Karim Ennarah.

Si tratta di funzionari con cui la nostra ambasciata è da tempo in contatto in relazione al caso del giovane ricercatore Patrick Zaky.

Già nella giornata di mercoledì 18 novembre, del resto, la Farnesina aveva compiuto un passo ufficiale con l’ambasciatore egiziano a Roma per manifestare profonda preoccupazione nei riguardi degli arresti in questione e per discutere delle gravi condizioni in cui versano i difensori dei diritti umani in Egitto.

Lo studente, secondo quanto riferito da Amnesty International rischia fino a venticinque anni di prigione per aver pubblicato dieci post su un account Facebook probabilmente falso, ma che ha permesso alla magistratura del Cairo di formulare pesanti accuse contro il ragazzo tra cui quella di “istigazione a crimini terroristici”.

Emanuela Iovine
Emanuela Iovinehttps://www.21secolo.news
Ambiziosa, testarda e determinata. Napoletana ma residente a Gallarate. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", presentando una tesi dal titolo: "Tendenze Linguistiche del Giornalismo dalla carta al web". Iscritta dal Novembre 2016 all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania. Diplomata nel Giugno 2013 in danza classica e moderna e attualmente docente di lettere.