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Patch Adams: nasce l’ideatore della clownterapia

Ho indossato i panni del clown perché il mondo degli adulti soffre molto la solitudine”. Queste le parole di Patch Adams durante un’intervista. L’ideatore della clownterapia che oggi compie 78 anni, è divenuto particolarmente popolare anche grazie al film che ne romanza la vita, interpretato sullo schermo dal magistrale Robin Williams, un film molto amato dal grande pubblico, seppur stroncato dalla critica. Patch Adams ha rivoluzionato il rapporto medico-paziente, ideando quella che viene definita “la terapia del sorriso” che si basa sulla convinzione che il legame tra la salute e le emozioni sia molto forte e che in particolare quelle positive possano essere determinanti nella guarigione del paziente. “La salute dovrebbe essere costituita da un’interazione d’amore con l’essere umano non una transazione d’affari”: ciò riassume in pieno la deontologia di Adams, una vera e propria filosofia di vita che lo porterà a fondare il Gesundheit! Institute (in tedesco significa salute). Si tratta di una comunità medica olistica che tiene conto di tutti gli aspetti dell’essere umano, compresi quelli psicologici ed emotivi.

La vita di Patch Adams, a differenza del suo aspetto allegro e della sua filosofia, non è stata sempre rosea: perse il padre quando aveva solo 16 anni, una perdita che lo segnò moltissimo, dal momento che nell’ultima settimana prima della sua morte, avevano finalmente avuto modo di avvicinarsi (“Non appena io e mio padre eravamo diventati amici, lo persi”). I tre anni successivi furono altrettanto tumultuosi: si ammalò di ulcera e i medici sbagliarono a curarlo, ma ciò che lo turbò maggiormente fu il suicidio dello zio, con cui viveva con la madre e il fratello. Ciò contribuì a farlo stare sempre peggio finché non tentò anche lui di togliersi la vita: “io stesso tentai il suicidio a 17 anni perché non avevo compreso il mio posto nel mondo. Poi l’ho trovato. A 18 anni ero presente durante il famoso discorso di Marthin Luther King dove disse la celebre frase: “I have a dream” e da quel momento sono cambiato per sempre. Quanta intellligenza arriva da queste parole! Decisi che non avrei mai più avuto un’altra brutta giornata come atto di pace, giustizia e cura dell’umanità”.

Decise poi di studiare medicina all’università e fu proprio in quegli anni che si scontrò con l’ambiente accademico rigoroso di quel tempo: Patch si infiltrava nei reparti senza alcuna autorizzazione già dal primo anno per stare vicino ai malati terminali o ai bambini che erano in condizioni gravi, contravvenendo però alle regole dell’università che limitava il contatto con i pazienti dal terzo anno in poi. Nonostante il rischio di espulsione Patch Adams si laureò nel 1971.

Dopo la laurea, trasformò la casa in cui viveva in una clinica gratuita per chiunque stesse male ed insieme ad un gruppo di volontari riuscì in dieci anni ad aiutare circa 15mila pazienti senza alcun compenso. Comprò poi un terreno nel North carolina, dove costruì una clinica vera e propria: così nacque il Gesundheit! Institute, dove si combina ancora oggi la medicina tradizionale all’umorismo e al divertimento. Infatti, all’ingresso della clinica vi è la seguente frase: “Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. La salute si basa sulla felicità – dall’abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti”.

Cosa ne pensa però Patch Adams del film ispirato alla sua vita? A chi gli chiese un parere, Patch rispose con molta amarezza: “Dopo l’uscita del film, non c’era un singolo articolo positivo sul nostro lavoro o su di me. C’erano solo cose sciocche, stupide, senza senso(…). Sapevo che sarei diventato solamente un medico divertente. Riesci a immaginare quanto sia superficiale, rispetto a chi sono veramente?”. Invece riguardo l’attore Robin Williams, dichiarò: “Williams, per fare me, anche in modo opinabile, ha guadagnato 21 milioni di dollari. Se fosse stato un po’ più simile al vero me, quei soldi li avrebbe dati all’ospedale che cerchiamo di costruire da 40 anni. Da lui non sono arrivati nemmeno 10 dollari”. Posizione che si ammorbidirà in occasione della morte dell’attore (“Sono enormemente grato per la sua meravigliosa performance dei miei anni giovanili, il che permise a Gesundheit Institute di continuare ed espandere il nostro lavoro”).

Immagine credit Ansa