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Pasta alla Norma catanese, un piatto musicale

La pasta alla Norma nasconde, come numerosi attributi onomastici, un doppio fondo folklorico e affabulatorio.

La vicenda della Norma, opera musicale del compositore siciliano ottocentesco di Vincenzo Bellini, emblema della grande epopea musicale italiana nel mondo, è di diritto entrata nell’onomastica culinaria.

Eppure nel far chiarezza permane quel non finito da “romanzo giallo sciasciano”, vicino alla terra d’origine del compositore siculo.

Uno degli aneddoti più recenti riguarda quello delle prime decadi del Novecento, avvenuto proprio nell’entroterra catanese, precisamente presso l’abitazione Musco-Pandolfini e la conversazione da convitto di alcuni rinomate personalità dello arte del palcoscenico, come Angelo Musco e della scrittura teatrale e giornalistica quali Nino Martoglio, Peppino Fazio e Pippo Marchese. 

Durante il convitto, alla presentazione della pietanza, nell’assaggiare il commediografo siciliano, Nino Martoglio avrebbe esclamato, in dialetto catanese, il proprio apprezzamento al piatto, chiosando il titolo della celeberrima opera del Bellini.

Martoglio nel complimentarsi con la cuoca avrebbe esclamato : «Signora Saridda, chista è ‘na vera Norma!» battezzando a livello culinario, in via definitiva un nome che già serpeggiava tra la popolazione sicula, in particolare di Catania.

Infatti, il battesimo al piatto era già stato latamente presente dal primo trentennio dell’Ottocento, negli anni immediatamente successivi alla prima dell’opera omonima di Bellini. 

Nel 1831, La Norma debuttò alla prima mondiale del Teatro alla Scala di Milano; in quell’occasione il piatto venne ideato, stando ad alcuni ipotesi come omaggio successivo al successo conseguito dal dramma in due atti del Bellini, il quale era particolarmente ghiotto di pasta, pomodoro e melanzane alla “turca”.

Ciononostante, al di là dei molteplici aneddoti legati alla pasta alla Norma, al rapporto tra la pietanza sicula, la sua ricetta e l’opera del compositore catanese, l’immortalità del trittico sopra citato ha permesso una divulgazione e un riconoscimento a livello mondiale di un nome rilevante all’interno della storia della musica classica e del suo sostrato materia e popolare.

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."