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giovedì, 8 Giugno 2023

Parma: storia di un surrealismo nostrano

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Alberto Russo
Alberto Russo
Collaboratore XXI Secolo. Laurea in Scienze Politiche e un sogno nel cassetto. Calciofilo romantico, ritiene che il giornalismo debba consistere nella capacità di andarsi a prendere le notizie direttamente nelle loro “case”, raccontando la realtà senza filtri né paure. Tra le sue passioni la giustizia, il cinema e la poesia, legge fin troppo perché crede sia il miglior modo per capire il mondo.

Era il 12 maggio 1999, a Mosca in una serata fresca e inebriata dai monsoni primaverili il Parma segnava tre reti in 55 minuti al Marsiglia di Rolland Courbis, Crespo, Vanoli e Chiesa consegnavano il secondo trofeo europeo al palmares dei ducali e l’ultima cavalcata storica ad una squadra italiana in quella che oggi è stata ribattezzata Europa League.

12 maggio 1999-22 febbraio 2015, ovvero 5757 giorni dopo  l’ex creatura di Tanzi, ciò che fu la miglior compagnia per Stendhal e sfondo sublime della Certosa non avrà pubblico per una gara di campionato.

Fermi tutti, non si tratta di ordine pubblico ma di disordine finanziario, la società che è stata prima di Ghirardi, poi di alcuni albanesi, in una notte passata da un imprenditore ventenne fino ad arrivare alcuni giorni come un foglio arrotolato e fatto volare a mò di aeroplanino sul tavolo di Giampietro Manenti, sta inesorabilmente tirando le cuoia, e visti i vecchi terremoti finanziari che hanno coinvolto una certa Parmalat non penare al destino è eufemismo malvagio.

Qui non è più calcio, la squadra, gli addetti ai servizi, l’intero entourage tecnico, i giardinieri, insomma la dipendenza ducale non riceve un euro da mesi e l’attesa si è fatta spasmodica, Manenti da quando tre settimane fa ha preso in mano la direzione della società ha continuato a ripetere che il fondo con il quale ha prelevato il club è pronto a pagare gli stipendi arretrati che spettano ai dipendenti, c’è chi come Cassano ci ha rinunciato e forse col senno di poi non ha avuto tutti i torti, mentre restano pochi cavalieri coraggiosi a portare in alto il vessillo della dignità, quello stesso valore messo in evidenza dal tecnico Donadoni che insieme al capitano della squadra Alessandro Lucarelli sta incarnando un’epica simbologia di lotta alla resa.

Qual è la situazione? La nuova società ha tempo fino al prossimo lunedì per versare gli emolumenti di debitoria natura, poi scatterà la messa in mora della società da parte dei calciatori e chi altri deve ancora ricevere un salario, in quel caso a livello sportivo si prevede una già nota diaspora di professionisti pronti a lasciare Collecchio per ricercare una diversa e fiduciosa nuova sistemazione. Non è certo un problema di soldi, almeno non per tutti ma il caso Parma è l’ennesima situazione kafkiana di questo paese che è riuscito ad espellere una nuova storia di disintegrazione finanziaria, in quel mondo del calcio dove la sicurezza economica è un diktat non un surplus. Manenti sono giorni che promette, intanto si scopre che la società che fa da base imprenditoriale all’affare è un corpus di investimenti il cui capitale sociale sfiora i 7500 euro, a questi livelli una settimana di luci accese al Tardini.

La prossima gara di domenica prevista contro l’Udinese è stata annullata poiché nemmeno gli steward potranno essere pagati e quindi garantire l’effettiva sicurezza dell’impianto, si immaginino in questi giorni gli stati d’animo dei tifosi, ci sarà sicuramente qualcuno il cui pensiero sia andato a quella notte di maggio di 15 anni fa ormai, quanto è veloce il calcio, in questo caso troppo.

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