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Papa Francesco a Rai3: l’indifferenza uccide

Il Pontefice Papa Francesco è in diretta a Che Tempo che fa: tanti i temi di cui sta conversando con Fabio Fazio. Tra questi, la migrazione e l’indifferenza, vere e proprie piaghe sociali.

A proposito dei fenomeni migratori, il Pontefice ha dichiarato: “La Spagna ma anche altri paesi hanno bisogno di gente, e  un migrante integrato aiuta quel paese; ecco perché dobbiamo pensare ad una politica migratoria che però possa essere continentale. Il Mediterraneo non può essere un cimitero. Parliamo di realismo puro.

Nessuno sceglie da chi nascere e dove nascere, eppure chi nasce in una certa parte del mondo crede di avere dei diritti scontati.
Un Paese sviluppato con scuola, università e lavoro, non crea problemi, ma ciò che più colpisce è che spesso non guardiamo coloro che non hanno niente ed in silenzio continuano a lottare per la sopravvivenza.  Ciò accade perché diamo chiusi in una psicologia che ci fa vedere le ingiustizie, ma la tendenza è quella di guardare dall’altra parte. Con i media noi guardiamo tutto ma ci lamentiamo, ci limitiamo a parlare di tragedia e non facciamo niente. Non basta vedere è necessario sentire. Ecco la psicologia, che è importante. Vedo e devo essere coinvolto.
Dobbiamo toccare, così come con la sofferenza che ha caratterizzato questo periodo di Covid-19.
Il tatto ci mette la realtà nel cuore.
Toccare è farsi carico degli altri; così come per il dolore, e se non facciamo ciò, non potremmo mai mettere fine a questo … una sofferenza atroce e che getta tutti nell’indifferenza”.

Il problema dei Paesi sviluppati si collega ad un altro tema importantissimo, Lo sfruttamento del pianeta:Anche in questo caso ci giriamo dall’altra parte. Sappiamo cosa significa il termine politica di sfruttamento: cambio climatico, biodiversità, significa morte l della madre terra. Dobbiamo imparare il “buon vivere” che significa vivere in armonia con la terra. Gli scienziati hanno detto che tra trent’anni il mondo sarà inabitabile. Ciò non deve accadere per il bene di tutti. Sentirsi in sintonia con la terra ed aiutarla a non morire e non morire noi col nostro corpo. Prendersi cura del Creato è una forma di educazione necessaria”.

Dopo aver trattato due temi di fondamentale importanza, il conduttore Fabio Fazio ha ironizzato con il Pontefice che si è detto grande appassionato di musica, sulle immagini che lo ritraevano all’interno di un negozio di dischi.

Mi scusi la curiosità Santo Padre ma Lei che  musica ascolta? Chiede Fazio.

 “La curiosità è lecita, tutti siamo curiosi. Per quanto riguarda il negozio di dischi non sono andato a comprare ma sono andato a benedire il nuovo negozio.
I miei amici – ha dichiarato Papa Francesco –  mi hanno chiamato dicendo: non c’è nessuno, ma lì fuori c’era un giornalista in attesa di un taxi, che mi ha notato. Ma sono andato lì senza voler fare pubblicità e senza farmi notare.
Mi piace tanto la musica classica e amo il tango che ho anche ballato in passato”.

Papa Francesco con risposte simpatiche e mirate, ha dato un tono diverso all’intervista. Una conversazione che è sembrata quella tra due amici, con Fazio visibilmente emozionato ed il Pontefice che ha risposto a tutte le domande senza problemi e spesso con ironia.

Nel corso del collegamento col Pontefice una delle domande più “strane” di Fazio, durante questa lunga intervista, è stata: Santo Padre ma Lei ha degli amici?

Si ho degli amici e mi conoscono come uomo normale. Anche io ho delle mie anormalità ovviamente e a me piace stare con gli amici, ascoltarli o semplicemente sfogarmi. Ho bisogno di amici. Ecco perché non sono andato ad abitare all’appartamento Pontificio. Grazie a loro ho capito quanto è importante non voltarsi dall’altra parte e anche io ci provo. A volte sbaglio, come tutti gli uomini ma è così”.

A conclusione della lunga intervista, Fabio Fazio ha ringraziato Papà Francesco, “Lei legge nei nostri cuori e di questo La ringrazio di cuore”.
Come sempre il Pontefice ha chiesto di Pregare per Lui, di mandargli pensieri positivi, e congedandosi ha ricordato la scena di un film del dopoguerra: “Cento preghiere per me. Grazie”.