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venerdì, 2 Giugno 2023

Orrore in Oklahoma, rinviata pena capitale

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Emanuela Iovine
Emanuela Iovinehttps://www.21secolo.news
Ambiziosa, testarda e determinata. Napoletana ma residente a Gallarate. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", presentando una tesi dal titolo: "Tendenze Linguistiche del Giornalismo dalla carta al web". Iscritta dal Novembre 2016 all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania. Diplomata nel Giugno 2013 in danza classica e moderna e attualmente docente di lettere.

Nel penitenziario di Mc Alester, Stato dell’Oklahoma, nel pomeriggio di lunedi 28 Aprile era prevista una doppia esecuzione capitale, ma qualcosa é andato storto. Il primo a dover essere giustiziato era l’afro-americano Clayton D. Lockett, 38enne, condannato per aver sparato a una ragazza di 19 anni e averla poi sepolta viva. L’esecuzione sarebbe cominciata alle 18:30, con l’iniezione di mix di veleni letali e tutto inizialmente sembrava andare per il verso giusto, tant’è che dopo la somministrazione dell’anestetico i medici avevano dichiarato il prigioniero privo di sensi, ma secondo il racconto dei testimoni la situazione sarebbe improvvisamente precipitata e per alcuni minuti si sarebbero trovati ad assistere a una scena raccapricciante, causata dalla rottura della vena su cui si stava agendo. Per evitare il panico, i medici avrebbero reagito prontamente, coprendo con una tenda i vetri dietro i quali si trovavano i testimoni, che da quel momento in poi hanno potuto solo udire le urla strazianti dell’uomo: testimoni raccontano che il corpo di Clayton avrebbe iniziato a muoversi nonostante l’anestesia e poi avrebbe cominciato a urlare, grida che si sarebbero fatte sempre più forti, fino a spegnersi in seguito a un attacco cardiaco. Ben 45 minuti di agonia per il prigioniero, ora s’indaga sull’accaduto.

La seconda esecuzione sarebbe stata rinviata di almeno 15 giorni e in molti Paesi europei é polemica. Paradossalmente, molte sono state le proposte che spingono a un ritorno all’utilizzo della sedia elettrica, considerata più efficace.

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