È esploso stanotte intorno alle 4 l’ordigno rudimentale che ha danneggiato la facciata e l’entrata del palazzo della sede fiorentina del PD in via Forlanini: un manufatto artigianale costituito da bombolette di gas da campeggio, petardi e liquido infiammabile, sistemato all’interno di un secchio di plastica che nell’esplodere non ha provocato feriti ma solo un rumore assordante, che ha svegliato e spaventato i residenti della zona dai quali è partito l’allarme per sollecitare l’intervento dei vigili del fuoco. A seguito di ciò è stato constatato l’annerimento di una facciata e l’incrinatura nel vetro di una finestra della sede provinciale di partito.
Stando al parere del questore Raffaele Micillo il gesto potrebbe essere di matrice anarchica ma non si escludono ipotesi di altra natura, fermo restando che il bersaglio non era evidentemente una persona specifica quanto piuttosto l’intera linea partitica a livello nazionale. I sospetti, secondo cui l’esplosione della bomba rudimentale sarebbe riconducibile alle realtà anarchiche e insurrezionaliste legate al movimento NoTav, si fondono, principalmente, su trascorsi simili che hanno avuto recentemente luogo in altre aree dell’Italia centro-settentrionale, tra cui la lettera minatoria giunta a maggio presso la sede torinese del PD regionale. Tra gli episodi più specificamente toscani ricordiamo, invece, l’apparizione nel giorno della Festa della Repubblica di una serie di scritte a bomboletta spray contro il neo-Presidente del Consiglio, presso la sede del Partito Democratico a Empoli, tra cui Renzi boia e Le lotte non si processano, accompagnate dalle sigle dei movimenti NoTav e di quelli autonomi. Ad ogni modo, l’esplosione dell’ordigno potrebbe essere stata registrata dal sistema di videosorveglianza presente nel cortile della struttura in cui si trova la sede provinciale di partito: la videocassetta delle riprese dovrebbe essere già stata acquisita dalle forze dell’ordine nel corso della mattinata, insieme alle immagini delle altre telecamere installate nel circondario.
“Dalle solite scritte e imbrattature”, ha commentato Fabio Incatasciato tramite Facebook, “siam passati a ben altro”. È un inquietante salto di qualità: anche il segretario provinciale del PD propende per la pista anarchica che i digos vogliono seguire per le indagini. Molte le dichiarazioni in solidarietà della sede fiorentina da parte degli altri colleghi, ma forse di più restano gli episodi di manifesto dissenso che continuano a verificarsi imperterriti lungo tutto lo ‘stivale’: un dato che più che provocare inquietudine nei rappresentanti del PD dovrebbe spingerli, piuttosto, ad interrogarsi con più attenzione circa le condizioni scatenanti dei gesti estremi in questione, la cui frequenza sarà pur indice di qualcosa.