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Omicidio in piazza: 24enne assassinato con 15 colpi di pistola

Omicidio efferato a Raffadali, provincia di Agrigento, dove un giovane uomo di 24 anni è stato freddato in piazza Progresso nel pieno centro del comune siciliano. La vittima, Vincenzo Gabriele Rampello, è stata colpita da un colpo alla testa e altri spari diretti al torace. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che grazie alle telecamere di sicurezza presenti sul posto hanno fermato un uomo in fuga.

La svolta drammatica: fermato il padre

Drammatica la svolta: il presunto autore dell’omicidio è risultato essere il padre del ragazzo, un poliziotto in servizio al Reparto Mobile di Catania. Gaetano Rampello, fermo in attesa del bus indossava uno zaino al cui interno i Carabinieri hanno trovato la pistola d’ordinanza, probabile arma del delitto.

L’uomo incalzato dalle domande del pm Chiara Bisso e dal capitano Alberto Giordano ha ammesso d’aver sparato ripetutamente alla vittima. L’interrogatorio si è svolto in presenza dell’avvocato Daniela Posante. I rapporti tra padre e figlio erano ormai compromessi da tempo, alla base del folle gesto una probabile richiesta di denaro da parte del 24enne.

In Piazza Progresso poi il triste epilogo, Gaetano Rampello impugna la pistola e intorno alle 11.30 scarica l’intero caricatore dell’arma sul figlio. Il giovane abbandonato da entrambi i genitori e cono gravi problemi psichici era cresciuto in una comunità del posto.

Il procuratore di Agrigento sull’omicidio: “I malesseri della società acuiti dalla pandemia”

Il procuratore di Agrigento Luigi Petronaggio ha avviato le indagini per ricostruire i dissidi familiari che attanagliavano i due. Il procuratore ha aggiunto in un’intervista ad AdnKronos: “I recenti episodi di violenza avvenuti in questi giorni nell’Agrigentino hanno evidenziato malesseri profondi all’interno della società e delle famiglie, acuiti dall’isolamento causato dalla pandemia“. “Spesso quelli che vengono definiti gesti di follia sono il frutto di importanti conflitti sociali e familiari che il sistema, quello ampio e quello giudiziario, non è in grado di arginare e contenere in modo adeguato “.

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.