Israele. Dal 1959, ogni anno il 27 Aprile si celebra la Yom HaShoah, la giornata in ricordo delle vittime dell’Olocausto. Al riguardo, e sarebbe una prima volta storica, secondo quanto riporta l’agenzia palestinese Wafa, il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha affermato che “quello che è accaduto agli Ebrei durante l’Olocausto è il crimine più odioso contro l’umanità nell’era moderna”. Le dichiarazioni, espresse durante l’incontro col rabbino newyorkese Marc Schneier, prosegu0no con un’esortazione alla comunità internazionale per “Fare ciò che può per combattere il razzismo e l’ingiustizia al fine di sostenere gli oppressi ovunque siano”.
Un messaggio importante questo di Abu Mazen, che seppur strumentalmente politico, chiarisce definitivamente la sua posizione nei confronti della delicata questione dell’Olocausto: precedentemente accusato di antisemitismo, a causa sembra di una tesi di laurea nella quale non venivano riconosciuti i 6 milioni di ebrei vittime della Shoah, e anzi veniva sostenuta una certa liaison tra il movimento sionista e quello nazista.
Pronta la risposta di Israele, con il presidente Netanyahu che crede poco alle parole di Mazen: “Non si può affermare che è stato terribile (La Shoah – ndr) e al tempo stesso unirsi a coloro che desiderano la distruzione del popolo ebraico”. La polemica nasce all’indomani del presunto accordo tra Abu Mazen e Hamas, l’organizzazione militare che definisce l’Olocausto come la “più grande delle menzogne”. Netanyahu, non intenzionato a collaborare con Hamas, esorta dunque Abu Mazen a fare un passo indietro e a cercare “una pace vera”. Si esprime al riguardo anche il Ministro della giustizia Livni, la quale pur mostrandosi pronta a vedere prima cosa accadrà quando il nuovo governo palestinese sarà formato, nega qualsiasi trattativa diretta o indiretta con Hamas.