Oggi, 22 aprile 2014, in 176 paesi del mondo si celebra la Giornata della Terra. E’ il 44° anniversario di questa ricorrenza che di anno in anno è diventata sempre più rilevante e importante. La prima Giornata della Terra si svolse nel 1970, quando venti milioni di cittadini statunitensi scesero in piazza per portare all’attenzione del governo la questione ambientale. Secondo alcuni questa manifestazione decretò la nascita del movimento ambientalista negli Stati Uniti.
“Quella del 1970 è stata un’esperienza che mi aprì gli occhi. La gente non solo cercava di influenzare le decisioni del governo sulla guerra in Vietnam, ma cominciava a focalizzare la propria attenzione anche su temi come l’inquinamento atmosferico e la contaminazione della terra, e a pretendere un intervento politico su questo. In quel tempo il degrado ambientale era palese: fabbriche che, legalmente, sputavano in aria nubi nere di inquinanti e scaricavano nei fiumi rifiuti tossici”. Questo è il racconto di Gina McCarthy, amministratore della Environmental Protection Agency, EPA, degli Stati Uniti, che al tempo delle manifestazioni di quella prima Giornata della Terra era, a suo dire, una teenager concentrata solo su se stessa.
Nel 1970 ci furono tantissime polemiche sulla Giornata della Terra, la manifestazione non fu sponsorizzata dai politici americani. La scarsa attenzione da parte del governo esasperò il senatore e il fondatore dell’evento, Wisconsin Gaylord Nelson, che ingaggiò l’attivista Denis Hayes per organizzare la manifestazione del 22 aprile 1970 in modo perfetto. Alla fine del 1970 venne fondata l’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti, EPA, e gli sforzi per migliorare la qualità di acqua e aria cominciarono a trovare spazio nell’agenda politica.
Fin dal primo Earth Day “l’ambientalismo si è evoluto da questione di nicchia a preoccupazione diffusa nell’intera popolazione”, raccontava Amy Cassara, esponente del National Geographic nel 2010, e aggiungeva: “l’ottanta per cento degli americani si definisce ambientalista”. I problemi ambientali attuali però sono meno evidenti rispetto all’aria sporca, all’acqua inquinata e al buco nello strato di ozono di allora. Sempre secondo Amy Cassara: “mano a mano che diventiamo più industrializzati e i cicli dei nostri approvvigionamenti diventano sempre meno trasparenti, è sempre più difficile capire le conseguenze delle nostre azioni sull’ambiente”.