Odio e cyberbullismo, ma anche truffe e insulti, ecco quanto emerge dalle ultime analisi sull’utilizzo del web da parte dei giovani.
Secondo l’ultima analisi condotta dall’Osservatorio Scientifico della non profit “Movimento Etico Digitale, in occasione del Safer Internet day tra i giovani aumentano gli episodi di odio (+10%) e le truffe (7%) in rete mentre continua a calare il cyberbullismo in Italia. Inoltre due ragazzi su tre appartenenti alla fascia di età tra i 12 e i 16 anni dichiarano di non avere regole in famiglia rispetto all’utilizzo dei social e ben il 26% (+5% rispetto allo scorso anno) dichiara di essere sempre connesso.
Il cyberbullismo purtroppo interessare ancora il 23% degli adolescenti, anche se dalle rilevazioni degli ultimi anni il fenomeno appare in costante diminuzione (-7% rispetto all’anno precedente e -12% se raffrontato con il 2021). Questo, secondo il Movimento Etico Digitale, è un segnale positivo che la prevenzione nelle scuole è stata, e continua ad essere, fondamentale.
Tuttavia c’è poco da festeggiare, infatti sono in aumento insulti e attacchi da parte di haters.
Il fenomeno riguarderebbe ben 2 ragazzi su 3.
Non solo odio e cyberbullismo: attenzione alle truffe
Non meno preoccupanti sono i dati relativi all’adescamento e alla diffusione di materiale privato a scopo di vendetta (revenge porn) che hanno coinvolto rispettivamente il 5% e il 10% degli intervistati. Infine, aumentano gli episodi legati a truffe (+7%) e attacchi informatici ai danni dei più giovani (+12%).
Questo fenomeno sarebbe appunto dovuto in larga parte alla mancanza di controlli.
Gli istituti di ricerca coinvolti, infatti, paragonano web ad una prateria sconfinata e senza regole.
Questo, che da un lato rappresenta una sorta di paese dei balocchi, è il posto ideale per chi decide di sviluppare odio.
Circa il 19% degli intervistati ha infatti vissuto esperienze spiacevoli sul web.
I dati emersi, parlano di odio e cyberbullismo e invitano famiglie e in larga scala adulti ad avere un atteggiamento più protettivo nei confronti dei ragazzi.
I soli blocchi per minori infatti rischiano di essere insufficienti se non supervisionati.