Ebbene sì, il grande Brasile, la squadra che vincerà questi Mondiali ancor prima di giocarli, è stata fermata da un disoccupato. Nello specifico Francisco Guillermo Ochoa Magaña, per gli amici Memo, estremo difensore messicano, dallo scorso aprile è svincolato. L’Ajaccio, club francese con cui ha giocato le ultime tre stagioni, non gli ha rinnovato il contratto e così il portiere nato a Guadalajara 28 anni fa, dallo scorso aprile è senza squadra.

Il nuovo status occupazionale però non ha rappresentato un problema per Miguel Herrera, ct del Tricolor, che non ha avuto nessun tentennamento ad affidargli le chiavi della porta. Porta che Memo ha chiuso a doppia mandata, prima col Camerun nell’esordio mondiale e soprattutto col Brasile, nella seconda partita del girone. Paulinho, Thiago Silva e due volte Neymar hanno dovuto fare i conti con il riccioluto portiere centro-americano, che si è opposto in maniera tanto impeccabile quanto spettacolare a tutte le offensive dei penta campioni brasiliani. Dopo la stratosferica prestazione di Fortaleza, i social network si sono letteralmente scatenati e sono apparse immagini e vignette di tutti i colori. Una delle più divertenti raffigura il portiere messicano con un enorme sombrero che occupa tutta la porta.
Eppure per gli addetti ai lavori Ochoa non è una scoperta. Già nel 2007 France Football, la prestigiosa rivista francese, lo inserì tra le nomination del Pallone d’oro. E quando nel 2011 firmò per l’Ajaccio, i tifosi transalpini si resero immediatamente conto del motivo per cui in patria era soprannominato El Gamer, il

videogioco: velocità di movimento, esplosività e un istinto fuori dal comune. Tutte caratteristiche che ha messo in mostra nella partita forse più importante della sua carriera. Adesso i paragoni con il suo più illustre predecessore, nonché suo idolo, Jorge Campos si sprecano. Nel frattempo Ochoa resta tranquillo e si gode il momento. “È stato il match della mia vita. Riuscire a fare una grande prestazione, in una gara del Mondiale e davanti a tanta gente, non è certamente facile ma ci sono riuscito. Sono molto contento per i miei compagni e per la mia famiglia che era presente. La parata più difficile? Certamente quella alla fine sul colpo di testa di Thiago Silva”.
Se il Messico ha ancora concrete possibilità di superare il girone, buona parte del merito sta nelle mani, anzi nei guantoni, di Guillermo Ochoa, per gli amici Memo.