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Nuovo ritrovamento a Pompei: un altro pezzo di storia

Nuovo ritrovamento a Pompei che regala un’altra sorprendente scoperta: la grande villa suburbana di Civita Giuliana restituisce una stanza abitata dagli schiavi, ancora intatta. 

Il ritrovamento, definito – eccezionale – dal Direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, permette di analizzare e far luce su una serie di dettagli storici che improvvisamente si concretizzano sotto gli occhi di tutti.

Riemerge un altro pezzo di storia

Pompei, da sempre è considerata un’inesorabile fonte di cultura a cielo aperto e non solo, data la presenza di numerosi vani, varchi e stanze che improvvisamente, grazie ai certosini lavori di scavo condotti da anni, riportano alla luce meraviglie senza tempo.

Grazie all’affinamento della tecnica dei calchi inventata da Giuseppe Fiorelli nell’Ottocento, sono stati portati alla luce letti ma anche tanti altri oggetti, che consentono di comprendere quali fossero i parametri e le condizioni abitative degli schiavi a Pompei.

All’interno della stanza sono state rinvenute tre “lettini in legno”, disposti a ferro di cavallo. Le dimensioni sono diverse ed il più piccolo di essi, non è più lungo di un metro e quaranta, probabilmente vi dormiva un bambino.

Sotto ai letti pochi oggetti personali, tra i quali delle anfore, brocche in ceramica ed il cosiddetto “vaso di notte” per espletare i propri bisogni fisiologici. In alto, sulla parete, una piccola finestra, senza decorazioni parietali. 

Al ritrovamento dei letti si aggiunge anche la presenza di una cassa lignea contenente oggetti in metallo e in tessuto che sembrano far parte dei finimenti dei cavalli. Inoltre, appoggiato su uno dei letti, un timone di un carro, di cui è stato effettuato un calco.

Un nuovo importante ritrovamento storico-culturale ed anche di natura “sociale”

Oltre allo stupore per un altro ritrovamento di indubbia importanza storico-culturale e soprattutto di notevole spessore archeologico, colpisce la precarietà dell’ambiente, molto stipato e poco illuminato, così come ha precisato anche il Direttore del Parco archeologico.

Ciò che colpisce, è anche la divisione delle classi sociali, alcune delle quali, come gli schiavi, stipate in veri e propri dormitori simili a quelli che oggi si definiscono ripostigli. 

“L’aspetto è quello di mobili essenziali, semplicissimi; più che letti, brandine”, ha affermato con soddisfazione il Direttore del Parco archeologico. 

Si notano subito, sin dal primo sguardo, l’ingegno e la cura con cui, si poteva allungare o rimpicciolire la “stanza”, o per meglio dire: la piccolissima dimora. 

“Ancora una volta uno scavo nato dall’esigenza di tutela e salvaguardia del patrimonio archeologico, in questo caso grazie ad una proficua collaborazione con la procura di Torre Annunziata, ci permette di aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del mondo antico” ha dichiarato Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei sotto la cui direzione al Parco archeologico di Pompei sono stati avviate nel 2017 le attività di scavo.

Ricordiamo che grazie al Progetto Pompei, il Parco archeologico, tra i più famosi del mondo, rientra in quella che è considerata “L’industria della cultura”, che garantisce un ritorno di immagine non trascurabile presso il grande pubblico.