Quella che ci apprestiamo a festeggiare tra poche ore è conosciuta da tutti come la notte di San Silvestro: è la prima notte dell’anno nuovo, quella tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio ed è tradizione in quasi tutto il mondo celebrarla a suon di musica, con balli, fuochi d’artificio, botti (purtroppo), in compagnia di parenti ed amici, brindando a ripetizione, senza rinunciare a qualche piccolo rituale benaugurante per l’anno che sta per iniziare.
Non tutti sanno però (e forse non lo sa quasi nessuno) che tra San Silvestro, che in base al calendario cristiano si festeggia il 31 dicembre e che divenne papa Silvestro I nel 314, e la fine dell’anno non esiste assolutamente alcun nesso ed il fatto che le due celebrazioni corrispondano sarebbe solo una pura casualità. L’ultimo giorno dell’anno è stato dedicato a tale santo probabilmente perché esso coincideva con la data della sua morte, avvenuta proprio il 31 dicembre del 335 d.C.
Infatti, per la religione ortodossa San Silvestro viene celebrato il 2 gennaio, quindi per gli ortodossi la vigilia di Capodanno non coincide con la notte di San Silvestro.
Silvestro I, che fu il primo a non aver sofferto il martirio, ebbe un ruolo importante nella storia della religione cristiana: il suo pontificato, infatti, fu contemporaneo all’Impero di Costantino, primo tra gli imperatori romani convertiti al Cristianesimo. Con il famoso documento della Donazione, Costantino avrebbe riconosciuto a Silvestro I e ai suoi successori la sovranità sui sacerdoti di tutto il mondo, la supremazia sulle chiese patriarcali orientali, la centralità della Basilica del Laterano e la superiorità del Papato sull’Impero.
Tuttavia il documento è risultato essere un falso, come dimostrato dal filologo Lorenzo Valla nel 1440: esso fu redatto tra il 752 e il 777, quando sia Silvestro I che Costantino erano già defunti da molto tempo.