L’organizzazione terroristica jihadista nigeriana, Boko Haram, ha rapito altre 60 donne nel nord-est del Paese, dopo il rapimento delle 200 ragazze avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 dello scorso Aprile. Tra i rapiti ci sarebbero, oltre alle 60 donne, anche 30 ragazzi e diversi bambini. Nessuno fino a ora ha ufficialmente rivendicato il rapimento, ma secondo le forze dell’ordine locali non ci sarebbero dubbi su chi ha materialmente portato a termine l’azione.
Il rapimento sarebbe avvenuto lo scorso sabato dal villaggio di Kummabza, nel distretto di Damboa, nello stato di Borno. Solo ieri però il ministro della difesa nigeriano ha diffuso la notizia tramite un tweet, nonostante abbia ammesso di essere ancora in attesa di una conferma ufficiale del nuovo sequestro. A esporsi maggiormente è stato però Aji Khalil, membro di un gruppo locale anti-Boko Haram, il quale oltre a confermare i rapimenti avvenuti sabato, ha anche dichiarato che durante l’attacco 4 abitanti del villaggio sarebbe stati uccisi. Secondo l’agenzia di stampa France Presse a perdere la vita negli attacchi al villaggio sarebbero state invece addirittura 30 persone.
Questo rapimento è solo l’ennesimo episodio di una crisi di sicurezza che le autorità nigeriane non sembrano in grado di risolvere. Nemmeno lo stato d’emergenza dichiarato negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa, in vigore da maggio 2013, è riuscito a riportare la pace in Nigeria, o quanto meno ad arginare il fenomeno dei rapimenti di massa. Nei giorni scorsi infatti 8 persone sono rimaste uccise in un attentato che ha colpito una scuola di medicina a Kano, città nel nord della Nigeria. Anche questo attacco non è ancora rivendicato dai terroristi jihadisti, ma la polizia locale ha affermato che i sospetti sono indirizzati sul gruppo estremista. Solo lo scorso anno i terroristi hanno distrutto 50 scuole e ucciso circa 30 insegnanti.
Intanto prosegue l’offensiva militare contro Boko Haram da parte dell’esercito nigeriano. Oltre 70 presunti militanti del gruppo estremista sono stati uccisi da raid aereo portato a termine dall’aviazione nigeriana entrata in azione domenica. Anche il Camerun, Stato che confina a sud-est con la Nigeria, ha mobilitato più di 2mila uomini lungo la frontiera nel tentativo di contrastare le infiltrazioni degli uomini di Boko Haram. L’esercito camerunense sarebbe così riuscito ad arrestare circa 40 presunti terroristi al mercato della città settentrionale di Maroua.
Boko Haram è attualmente guidata da Abubakar Muhammad Shekau, un sanguinario leader e allo stesso tempo uno tra i terroristi più pericolosi del mondo. In un video diffuso nel 2012 affermava: “Mi piace uccidere chiunque Allah mi ordini di uccidere, allo stesso modo in cui mi piace uccidere le galline”. Secondo l’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, Human Rights Watch, Shekau dal 2009 avrebbe ucciso più di 3000 persone. Obiettivo del gruppo è la creazione di uno Stato islamico nel nord della Nigeria.