Ieri sera intorno alle 18.30 ora locale, poco prima del coprifuoco delle 19, a Maiduguri, in Nigeria, è esplosa una bomba in un bar appena fuori lo stadio nord-orientale di Adamawa: sarebbero almeno 40 i morti accertati fino a ora. L’azione non è stata ancora rivendicata, ma, secondo le autorità, l’attentato va ad aggiungersi alla lunga lista del gruppo Boko Haram, formato da terroristi islamici che nelle ultime 2 settimane hanno seminato sangue e distruzione soprattutto nella parte nord del paese e che nell’ultimo anno avrebbero ucciso circa 2 mila persone. La regione di Adamawa è una delle tre in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza per combattere le violenze dei gruppi terroristici.
Quello dello stadio di Mubi non è infatti l’unico attentato che la Nigeria ha vissuto in quest’ultimo periodo: 4 villaggi nel Borno, ai confini con il Camerun, sono stati attaccati dal gruppo islamista che ha sparato sugli abitanti, dando fuoco alle loro case e provocando un numero imprecisato di morti. E ancora, 10 giorni fa è stato attaccato un mercato nella città di Jos: le due bombe hanno ucciso circa 100 cittadini. Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha definito le azioni delle ultime ore delle “malvagità crudeli”, avvalendosi della mobilitazione del mondo intero, ha promesso un impegno senza sosta per vincere la guerra al terrore.
I Boko Haram, nome che tradotto in italiano significa l’educazione occidentale è sacrilega, nascono nel 2002 con lo sceicco Mohammed Yusuf e hanno da sempre avuto l’obiettivo di combattere tutto ciò che è occidentale, e quindi corruttore dell’Islam. Le intenzioni del gruppo sono ripristinare la legge araba senza compromessi con la modernità, eliminare la presenza cristiana in Nigeria, rovesciare il governo federale e creare un Califfato islamico. L’Onu ha inserito i Boko Haram tra le associazioni terroristiche legate ad Al Qaeda, poiché come ha dichiarato Abou Moussa, il rappresentante Onu per l’Africa Centrale, “senza paura e senza vergogna fanno quello che vogliono”, e nei loro confronti saranno dunque applicate sanzioni come l’embargo sulle armi e il congelamento dei beni. Alle circa 200 vittime delle ultime 2 settimane, va ad aggiungersi non solo la morte dei 40 tifosi di Mubi, ma anche il rapimento risalente al 15 aprile delle 200 liceali, attualmente tenute prigioniere, che vengono minacciate di essere vendute come schiave o di essere date in sposa dopo la conversione religiosa. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha già inviato dalla settimana scorsa circa 80 militari in Ciad per contribuire alle ricerche delle giovani prigioniere.