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Negazionismo covid nella società liquida

Il negazionismo è ritornato e stavolta si esprime contro il Covid-19, con rappresentanti del sapere, entourage politici e personalità del mondo dello spettacolo e della musica.

Cos’è il negazionismo è semplice. Con il termine negazionismo si vuole rappresentare quella corrente pseudostorica e pseudoscientifica con cui, contro ogni evidenza, fatti ed eventi vengono negati, come non accaduti realmente.

Tra gli eventi maggiormente incisivi per la storia dell’uomo finiti nel mirino dei negazionisti ci sono fenomeni storici e culturali spesso strumentalizzati da tendenze razziste e xenofobe dell’estrema destra o sinistra, come la Shoah, le Foibe; perfino lo sbarco sulla Luna nel lontano luglio 1969.

Negli ultimi anni la corrente del negazionismo ha avuto un crescendo esponenziale tra la diffusione tramite l’universo dei social network e il numero di adepti e nuove elaborazioni teoriche, andando a palesarsi sempre di più.

In particolare, nell’ambito pseudoscientifico, riguardante la conformazione dell’universo e del pianeta terra, la validità dei vaccini, la messa in discussione di cure contro patologie come cancro e tumore, fino all’ultima guerra innescata contro la reale esistenza della pandemia mondiale di Covid-19.

Gli adepti del negazionismo hanno avuto proselitismo tra i fautori di una società sovrana e che preme per principi politici dettati dal populismo sia in Italia come anche in paesi tra cui Inghilterra e gli Usa.

Tra i sostenitori dell’inesistenza del Covid-19 abbiamo avuto in primo momento personalità del mondo politico internazionale alla guida di grandi nazioni, come il presidente statunitense Donald Trump e il premier britannico Boris Johnson. 

Quest’ultimo arrivò persino alla proposta di una soluzione pandemica di gregge atta a testarne sia la validità quanto il rapido esaurirsi del virus.

Tra le accuse negazioniste vi è quella eclatante di una branca di sostenitori i quali giungono a riferire che i cordoni sanitari siano stati organizzati con modalità da set cinematografico, allo scopo di ingannare e intimorire le masse.

Manifestazione di massa del fenomeno negazionista anticovid è stata quella dei cosiddetti ‘gilet arancioni’ del 2 giugno a piazza del Popolo, Roma guidata dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo e alcuni ex membri di fiamma tricolore, ristoratori e disoccupati. 

L’happening evolse nel trash e nell’invettiva più cruenta, con insulti al capo dello stato Sergio Mattarella, contro il governo Conte, fino a proposte euroscettiche e di ritorno alla lira italiana.

La manifestazione dei ‘gilet arancioni’ mosse priva di rispetto delle normative di sicurezza previste, come distanziamento e uso della mascherina.

Proprio la mascherina venne bollata come forma di schiavitù e speculazione, insieme a igienizzanti e prodotti sanitari, da parte dei ‘poteri forti dell’economia‘.

In ordine di arrivo per quanto concerne il fronte italiano, si è tenuto lo scorso martedì presso il Senato il convegno dei negazionisti del covid organizzato da Vittorio Sgarbi, tra i principali baluardi del negazionismo del covid in Italia, inveendo in Senato contro l’uso della mascherina e contro le proposte di allungamento delle tempistiche dello stato di emergenza sul territorio nazionale.

Tra i partecipanti alla manifestazione negazionista di Sgarbi vi è stato anche l’illustre tenore Andrea Bocelli.

Quest’ultimo si è espresso avallando le tesi negazioniste, andando a scatenare un putiferio tra opinione pubblica e il popolo del web.

Dopo il convegno e l’indignazione scatenatasi sul web a seguito del suo discorso, a cui non è tardata la replica di un noto personaggio del mondo della musica, il cantante Fedez, che ha portato una testimonianza diretta di una vittima. Successivamente è arrivata la rettifica dello stesso Bocelli, che ritiene di essere stato totalmente frainteso.