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Nduja, cos’è e come si mangia

Nduja cos’è e come si mangia la specialità piccante calabrese

 

Il nome ‘nduja deriverebbe dal termine francese “andouille“, che significa salsiccia. In realtà, però, non ha nulla a che vedere con questa, se non per una leggera somiglianza estetica.

Per il suo sapore piccante, la ‘nduja viene considerata da molti afrodisiaca. È possibile reperirla in commercio, sia sotto forma di insaccato che in comodi vasetti, da poter prelevare comodamente con un coltello e spalmare ove si voglia.

 La ‘nduja, tipico salume calabrese, è particolarmente apprezzata da chi non mostra problemi con la cucina piccante. Caratterizzata da una consistenza piuttosto morbida, quasi spalmabile, una volta tagliata a fette mostra il suo inconfondibile colore rosso acceso.

Probabilmente vi sarà capitato di sentire parlare della nduja di Spilinga, ovvero la zona, nei dintorni di Vibo Valentia, nella quale la sua produzione avviene artigianalmente da tempo immemore, rappresentando un vanto tutto calabro.

Ingredienti

 

Gli ingredienti che stanno alla base della preparazione della ‘nduja sono , oltre il tipico peperoncino rosso calabrese precedentemente essiccato e tritato , delle parti del maiale piuttosto grasse ma povere, come il lardo e la pancetta. Segno, questo, che la ‘nduja sia un piatto di origine modesta, nato per utilizzare gli scarti del maiale.

Solitamente le dosi si basano su una proporzione, che vuole l’utilizzo di due parti di carne per una di peperoncino.

Preparazione

 

La preparazione della ‘nduja avviene impastando insieme la carne ed il peperoncino, fino ad ottenere un composto morbido e piccante, che non ha bisogno di altro per raggiungere il suo gusto inimitabile. Non fatevi trarre in inganno, il suo colore così vivo non è frutto dell’utilizzo di coloranti alimentari: si tratta di un prodotto completamente naturale.

Conservazione

 

Una volta ottenuto l’impasto di base, questo viene inserito in un budello, detto cieco, e fatto leggermente affumicare. Segue, infine, il periodo di stagionatura, che varia da tre a sei mesi.

Data la massiccia dose di peperoncino utilizzata, la ‘nduja può vantare una lunga conservazione anche senza l’aggiunta di additivi di sorta. Si mantiene a lungo ed in maniera del tutto spontanea.

Come si mangia

 

Come anticipato, la consistenza della ‘nduja è talmente morbida da consentirne diversi utilizzi. Si può consumare sia in ambito familiare, che in occasione di ricorrenze formali, quando può diventare protagonista di finger food gourmet.

Come utilizzare la ‘nduja calabrese?

 

Come è facile dedurre, è ottima semplicemente spalmata sul pane (magari tostato ed ancora tiepido) ed accompagnata con un bicchiere di un buon vino rosso, corposo per eccezionali antipasti rustici.

Può trovare spazio nella realizzazione di numerosi primi piatti di grande gusto. Pensate, ad esempio, di aggiungerla al soffritto insieme all’aglio o alla cipolla tritate e all’olio di oliva in sostituzione del classico peperoncino. In questo caso di può realizzare una pasta aglio e olio da leccarsi i baffi!

La ‘nduja può andare a rendere i sughi che utilizziamo quotidianamente ancora più invitanti: la passata di pomodoro, il pesto, la salsa ai formaggi non sono che degli esempi.

Vorreste preparare il classico ragù alla bolognese ma con una marcia in più? Unite un pezzo di ‘nduja direttamente in padella con la carne macinata: successo assicurato. Aggiungetene qualche pezzetto alle uova fritte, alle verdure di campo saltate in padella, alle patate cotte al forno: non saranno più gli stessi.

La ‘nduja si può spalmare anche all’interno di panini farciti, di toast e di hamburger ed è imperdibile se servita insieme a taglieri di formaggi vari a pasta semi dura. Avete mai provato la pizza con la ‘nduja? Vi stupirà. Tra le ricette tipiche ci sono la pasta con la ‘nduja e pomodoro e la pasta con ‘nduja e ricotta.