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Nasceva 180 anni fa la parola “okay”

23 marzo 2020. Una semplice data, una come le altre. Certamente, ma è importante sottolineare che 180 anni fa, il 23 marzo 1840, nasce la parola “okay“, una delle espressioni più usate al mondo.

Non tutte le parole possono vantare una data di nascita. Le più antiche esistono da migliaia di anni ed hanno origine sumere, greche o indoeuropee. Per le più recenti si può contare la data d’ingresso nei dizionari.

La prima apparizione certa, nella forma di “o.k.“, risale al 23 marzo 1839 nel Boston Morning Post. Nell’edizione del sabato, infatti, Charles Gordon Greene tentò di prendersi gioco del Providence Journal inserendo l’abbreviazione “o.k.”alla fine di un paragrafo.

Questa parola rappresenta “oll korrect“, versione non corretta apparsa probabilmente sul giornale di Providence di “all correct”, tutto corretto.

Ma è Allan Mettcalf che racconta l’intera storia della parola nel suo libro “OK: l’improbabile storia della più grande parola americana”. Dopo qualche giorno l’espressione fa la sua comparsa sullo stesso quotidiano e poi anche in altre città.

Il lancio definitivo di “okay” è stato con le elezioni presidenziali del 1840 degli Stati Uniti. Infatti uno dei candidati era Martin Van Buren, soprannominato Old Kinderhook, il vecchio di Kinderhook, che diventa Ok e i suoi supporter formarono gli OK Clubs.

L’espressione OK rimase nel significato positivo che tutti conoscono del “va tutto bene”.

Ma c’è anche chi sostiene che questo termine sia entrato in vigore nel linguaggio comune dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Quando i soldati americani, infatti, effettuavano un giro di perlustrazione, con lo scopo di contare o recuperare i soldati rimasti uccisi, scrivevano il numero dei morti su una bandiera, facendolo seguire dalla lettera K di Killed, cioè uccisi. Ok rappresentava zero killed, quando non c’erano morti.

Con lo scorrere degli anni, sono avanzate altre ipotesi riguardo la nascita di questo modo di dire che è rappresentato anche con il gesto delle mani: pollice e indice uniti a formare una O e il resto delle dita alte a rappresentare la K.