L’avreste mai detto che Napoli è terra di capre? Non fraintendete, scriviamo di capre vere, quelle a quattro zampe che fanno “beee”. La “Capra Napoletana” è una razza autoctona, la cui popolazione, classificata dalla FAO nella categoria delle razze in pericolo, ha subito nel corso degli anni una forte erosione genetica in seguito all’introduzione negli allevamenti di becchi e capre di razze selezionate come Saanen, Maltese, Camosciata e altre ancora.
Per proteggere, tutelare e aiutare la ripopolazione di questi splendidi animali nasce l’Associazione Capria Napoletana, presieduta da Nando Cirella, direttore della rivista “Agricoltura e Innovazione”. Gli allevamenti che contano capi di razza Napoletana non sono molti, soprattutto vista la scarsità di zone salubri nelle quali farle pascolare. Ma sono anche quelli nei quali la presenza della razza in questione assume maggior consistenza e nei quali si riscontra il più elevato grado di purezza. Attualmente è inserita nell’elenco delle razze minacciate in pericolo di estinzione: MiPAF ottobre 2007.
Di taglia media, la testa è piccola, con corna di tipo alpino e tettole. Le orecchie sono pendenti, prive di barbetta; per quello che riguarda il tronco, il torace e l’addome sono ben sviluppati. Il vello è nero, con limitate zone rosso chiaro, oppure rosso scuro con zone più chiare; il pelo è corto. Sono alte al garrese tra gli 80 e i 72 cm, dipende se maschi o femmine, e possono arrivare a pesare 65 kg.
L’Associazione si propone di promuovere e attuare iniziative che possono utilmente contribuire al miglioramento, alla valorizzazione e alla diffusione della Capra Napoletana, promuovendo attività connesse al settore zootecnico sui mercati italiani ed esteri e favorendo le attività connesse alle produzioni tipiche, legate alla trasformazione del latte. L’associazione si pone inoltre l’obiettivo di assistere gli associati e provvedere, nell’interesse degli stessi, all’acquisto e al collocamento, sia sul territorio nazionale che all’estero, di animali da allevamento, materie prime, prodotti derivati e quanto altro necessario agli allevamenti.
Per sensibilizzare anche le nuove generazioni su un tema importante come la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle razze in pericolo, esiste la possibilità di adottare un cucciolo: sarà possibile dargli un nome, seguire la sua crescita, acquistare i prodotti derivanti dal suo latte e andarlo a trovare. Chi ha detto che solo Heidi può avere una capretta che gli ‘dice’ Ciao?