“Napoli va salvata”

Le radici profonde non gelano – Per quanto si può rifuggirle una vita intera, le si può rinnegare, denigrare, camuffare. Esse emergono, vengono a galla, anche lentamente, quando la terra che le ricopre si consuma e le lascia scoperte, in tutta la loro imponenza, attaccamento al suolo, nervatura forte e profonda. Ogni individuo è la propria città, la propria casa, il luogo in cui è cresciuto, vissuto, si è formato nel bene e nel male. Napoli, il cui solo nome evoca complessità, dolore, passione. E’ scontato dire che solo chi ci nasce può capire, ma è, alla fine, una realtà da accettare.
La Napoli sventrata di Matilde Serao, la carta sporca di Pino Daniele, la maschera di pulcinella in versione moderna di Troisi, quella cantata, odiata, ripudiata, e infine tanto ricercata. Ma cos’è Napoli in mano agli intellettuali dei giorni nostri? quanti di loro operano realmente portando alta una coscienza tutta partenopea, fatta di cultura, tradizione, amore e solide radici da scoprire e mostrare al mondo intero? Pochi. Si preferisce l’esterofilia che va tanto di moda, il vivere “europeo e cosmopolita” perché restare attaccati alla propria città fa troppo “provinciali”. Ci si schiera dietro una trincea, spesso virtuale, dalla quale si fomenta odio e rivolta verso la propria città, armandosi, laddove la penna non è più lo strumento prediletto dell’intellettuale d’oggi, di tastiera e schermo per esternare il proprio pensiero esposto in maniera elegante e condito di citazioni illustri e gridare dall’alto della propria superiorità che Napoli è feccia e bisogna prenderne le distanze.
L’ignoranza, il malcostume, la mentalità ottusa che caratterizza il napoletano appartenente a quella porzione di popolazione che infetta le radici e le fa marcire è da combattere sul territorio. Compito di ogni intellettuale, in quanto tale, sarebbe quello di portare al servizio degli altri quel di più che ha da offrire per migliorare la propria città, per fronteggiare l’ignoranza e farla cadere. La malerba napoletana va cambiata, non bruciata, altrimenti ne crescerà sempre dell’altra. Va educata, migliorata. Napoli va salvata.
Per quanto sia difficile viverci quotidianamente, affrontare le mille sfide che ogni giorno essa ci pone, districarsi tra inciviltà, maleducazione, arroganza. Benchè le vicissitudini personali ci turbino, ci esasperino e ci portino a covare rancore. Il risentimento personale non deve fare da motore per un odio collettivo verso Napoli e i suoi abitanti e mai lo giustifica. Napoli va salvata, non rasa al suolo.