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Napoli, la ricompensa fruttata dagli ostici sacfrici

La forza di rialzarsi, risollevarsi nell’oscurità dell’astrusità, è un atto impavido ed intrepido, oltre che perfetto, universalmente non si tratta di un gesto il quale può essere compiuto da chiunque. Un profondo spirito di sacrificio ha il dovere di sfiorare qualsiasi sponda, ma non si fa riferimento alle “sacre sponde” di Zante, assolutamente no, qui non centra nulla il caro Ugo Foscolo. Lo spirito umano presenta differenti battigie, differenti battigie alle quali si aggrappa questo intenso spirito di sacfricio. Sul bagnasciuga quest’ultimo crea un ciclopico castello di sabbia, costituito da un vigore irrefutabile. Si scopre soltanto nella giornata odierna che il Napoli possiede questa caratteristica…

Ma è necessaria cautela, non si discute del vigore citato da Dante all’interno dei suoi versi: “Lo naturale è sempre sanza errore, ma l’altro puote errar per malo obietto o per troppo o per poco di vigore“. All’interno del Purgatorio, infatti, l’autore italiano prende in esame l’accidia, definito un amore troppo frivolo e debole, privo di potenza, troppo fiacco ed indolente. Si potrebbe mai far riferimento a questo vigore eccessivamente fragile e tenue?

È astruso come concetto, eppure il Napoli sta vivendo una tale situazione: l’affetto del pubblico, smisuratamente fioco per il lasso temporale piuttosto altalenante e deludente, non offre alla compagine azzurra il vigore indiscutibile, eclissato nelle profondità del proprio animo, per rianimarsi e svegliarsi.

Ad Udine era tempo di riscatto, è parso un match già da dentro o fuori. La delusione provocata dalla disfatta contro lo Spezia doveva essere necessariamente smaltita il prima possibile, le scorie lasciate alle spalle erano inevitabilmente da distruggere. In caso contrario, le conseguenze sarebbero potute essere disastrose. Erano quattro i punti conquistati in cinque partite, una catena di risultati davvero deludente per una squadra di questo livello, risollevarsi era l’obiettivo primario. Le problematiche, che stanno colpendo i partenopei, sono emerse vistosamente nel match con i liguri, non si presagiva che con un semplice schiocco di dita ogni difficoltà sparisse, ma al “Friuli” nella meta campo del club vigeva la regola “vincere“.

Gli azzurri stavano passando sicuramente il peggior momento dall’avvio della Serie A, il successo odierno, però, restituisce morale ad una squadra che pareva spenta, priva di stimoli. Inoltre, si è passati da leader a leader, Rino Gattuso a Lorenzo Insigne. Allenatore e capitano del Napoli, accostamento eccellente  rapporto davvero speciale. I due che hanno dovuto procedere a passo veloce rispetto al resto del gruppo e fungere da capostipiti, per guidare la compagine alla vittoria. Distanziarsi di molti chilometri dalla crisi, era proprio ciò che occorreva!

Malgrado il momento delicato in casa Napoli, mister Gattuso ha optato per delle scelte ragionate, con le numerose assenze che simboleggiano costantemente un notevole limite. Il modulo originario è stato il 4-3-2-1, con Meret tra i pali, il tandem difensivo composto da Manolas e Rrahmani, sulle corsie lo stakanovista Di Lorenzo e Hysaj. In mediana Fabian e Bakayoko, con il tridente offensivo Lozano, Zielinski e Insigne, tutti alle spalle di Petagna. Il centravanti italiano si è caricato sulle sue grosse spalle il peso del reparto offensivo. Tra i convocati c’erano comunque Koulibaly, Demme e Mertens.

Pronti, partenza, via: match cominciato e il Napoli spinge subito il piede sull’acceleratore. L’obiettivo è mettere a segno il primo gol, per poi indirizzare tutta la gara in discesa. Al primo quarto d’ora di gioco l’arbitro decreta un calcio di rigore per gli ospiti: dal dischetto trasforma la rete dello 0-1 il capitano azzurro e scalda i motori per arrivare fino in fondo, verso il successo. Numerose sono le occasioni indisidiose create dai partenopei, ma nessuna capitalizzata, oltre il penalty realizzato. La squadra di Gattuso prende in mano il pallino di gioco e non si accontenta del vantaggio, il fine rimane la seconda rete. Ma alla mezz’ora di gioco i padroni di casa beffano il Napoli e agguantano il pareggio: Kevin Lasagna approfitta di un errore di Rrahmani, Meret si dimentica di uscire e la sfera è spinta dentro dal centravanti italiano. Un gol per parte dunque nella prima frazione di gara, tutto rimandato ai prossimi 45′.

Nella ripresa lo scenario è lo stesso, gli ospiti restano intorno all’orbita dell’area di rigore avversaria, la bramosia di sferrare il doppio colpo invade il rettangolo verde del “Friuli“. Ma l’Udinese regge bene, con Musso che nega in più occasione la gioia della rete del vantaggio ai partenopei. Il risultato sembra restare il medesimo sino alla fine dei giochi, ma all’ultimo respiro, sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato da Mario Rui, ci pensa Bakayoko con la sua incornata imparabile a stabilire il 2-1 e regalare di fatto un successo prezioso a mister Gattuso. Emerge, dunque, il vigore del Napoli, i sacfrici sono ora ricompensati.