Repubblica delle Idee festival itinerante di ‘live journalism’ promosso dal quotidiano La Repubblica, farà tappa a Napoli da giovedì 5 giugno a domenica 8 per 4 giorni di mostre, dibattiti, spettacoli teatrali, laboratori e forum con i protagonisti della politica, dell’arte, della letteratura, del cinema, della musica, dell’economia, Premi Nobel e la partecipazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Quattro giorni a Napoli, per un dialogo tra la città, gli editorialisti di Repubblica e i giornalisti, che apriranno le porte del quotidiano.
La manifestazione avrà inizio giovedì alle 12.30 sulla Terrazza di Palazzo Reale con il saluto alla città e la cerimonia alla quale parteciperanno l’editore Carlo De Benedetti, il sindaco Luigi de Magistris ed Ezio Mauro.
Con i suoi 80 appuntamenti tutti a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, Repubblica delle idee è giunta alla terza edizione dopo Bologna nel 2012 e Firenze un anno fa, il festival propone l’idea di ‘riscrivere l’Italia’ partendo da Napoli e dal Sud, uscire dalla crisi del Paese facendo leva sull’entusiasmo della città, sulla sua voglia di fare e di partecipare, sul desiderio di riscatto, sulla speranza di un futuro migliore e soprattutto sull’energia dei giovani, la vera forza della Campania e del meridione.

Napoli è la città in cui si formò Giuseppe D’Avanzo nonché primo laboratorio di quel giornalismo investigativo che mise al centro l’indagine sul potere, come spiegheranno il regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky e l’avvocato Claudio Botti.
Seguiranno un omaggio a Eduardo De Filippo nel Teatrino di Corte di Palazzo Reale e altri spettacoli si svolgeranno tra la Cappella Palatina e la Sala d’Ercole, mentre il Teatro San Carlo ospiterà il dialogo tra Eugenio Scalfari e Roberto Benigni, domenica 8 a mezzogiorno.
Presso l’Opera Cafè di Piazza Trieste e Trento invece, i giornalisti incontreranno i lettori-spettatori a pochi metri dalla ‘R’ gigante installata al centro della piazza, simbolo del Festival, e stilisticamente arricchita dai contributi degli allievi dell’Accademia di Belle arti, che partecipano alla manifestazione accanto agli studenti della Suor Orsola Benincasa.
Non mancheranno le mostre: una raccolta delle prime pagine storiche, sempre in piazza Trieste e Trento; Galassia Repubblica, la storia dei supplementi del giornale, nell’Ambulacro di Palazzo Reale; Repubblica e i suoi lettori, venti foto d’autore nel Cortile d’Onore della Reggia.
Ma non è tutto. Sarà una vera e propria maratona con oltre 150 relatori. Due Premi Nobel, Mario Vargas Llosa e Michael Spence. Il filosofo e sociologo Zygmunt Bauman, il poeta siriano Adonis, lo scrittore greco Petros Markaris, il regista Premio Oscar Gabriele Salvatores; gli scrittori Alessandro Baricco, Raffaele La Capria, Valeria Parrella, Gianrico Carofiglio, Francesco Piccolo, Antonio Franchini; le firme storiche di Repubblica, gli opinionisti, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone. Il teatro di Serena Dandini con Ferite a morte; quello di Federico Rampini con Occidente estremo; quello di Corrado Augias con O patria mia’. Le trasmissioni in diretta di Radio Capital con Vittorio Zucconi. Gli innovatori di Next con Riccardo Luna. Gli attori Toni Servillo e John Turturro.
Dopo mostre, dibattiti, spettacoli e forum con politici, artisti e studiosi, da piazza Trieste e Trento si passerà a Piazza del Gesù per i due giorni finali della kermesse all’insegna di tanta musica dal vivo.

Sabato 7 giugno dalle 22.30 Piazza del Gesù farà da sfondo a concerti gratuiti che vedranno protagonisti gli Avion Travel, che suoneranno nella loro formazione originale, Stefano Di Battista, Nino Buonocore e Rocco Hunt.
La musica continuerà anche domenica 8 giugno: alle 18.45 si esibiranno Enzo Avitabile e i Bottari che chiuderanno il Festival dopo il saluto finale del direttore del giornale, Ezio Mauro.
Tocca a Napoli dunque. Perché come spiega il direttore Ezio Mauro nell’editoriale di saluto alla città, “riscrivere il Paese è un atto di fiducia nel futuro dell’Italia, ma anche un impegno per il cambiamento. E tutto questo deve cominciare dal Sud, deve coinvolgere il Sud, deve scommettere sul Sud”. Una Napoli “scelta non soltanto come palcoscenico ideale dei dibattiti, ma come soggetto attivo, che incornicia e indirizza la discussione, aggiungendo significato”.