Pareggio amaro quello materializzatosi ieri sera sul palcoscenico del San Paolo tra il Napoli e gli ucraini del Dnipro nell’andata delle semifinali di Europa League. Una partita chiaramente nelle mani del Napoli, reo soltanto di non aver segnato altri gol dopo il vantaggio di David Lopèz al 50′, ma è purtroppo l’arbitro norvegese Moen e il suo guardalinee Haglund a dare il gol del pareggio di Seleznyov in fuorigioco di quasi due metri, al minuto 80.
In altre occasioni avremmo parlato di ‘leggi del calcio’, di una squadra, il Dnipro, che subisce per una partita intera e che nell’unica, vera occasione da rete segna un gol pesantissimo. Di un Napoli che, come al solito, crea tanto e concretizza poco. Ma non ieri sera, non quando gli errori sono così macroscopici che quasi imbarazza anche parlarne. In casa Napoli nell’immediato post-partita la rabbia aveva preso il sopravvento nello spogliatoio e si faticava a star calmi. “Come si fa a convalidare un gol del genere. Tutto lo stadio ha visto che era irregolare”, riferiva Raul Albiol; “Fuorigioco facile da vedere quello che ci è costato il pareggio” sentenziava Hamsik. Una furia totale il presidente De Laurentis in sala stampa, che senza mezze misure si scaglia contro Platini, reo di aver designato un arbitro sconosciuto per questa semifinale.
Certo che la superiorità del Napoli, a tratti incontrastata di ieri sera, fa ben sperare per il ritorno nonostante un risultato negativo come l’1-1 nella logica degli scontri andata/ritorno. In Ucraina non sarà facile, certo ma questo Napoli è superiore al Dnipro e se vuole Varsavia dovrà cacciar fuori tutti gli attributi che l’hanno caratterizzato in quasi tutte le trasferte europee di quest’anno: ricordiamo Trabzonspor-Napoli 0-4, Wolfsburg-Napoli 1-4, il pareggio indolore di Mosca. Quel che davvero conta ora è smaltire tutta questa rabbia e riprendere già dalla prossima di campionato ( a Parma, ndr. ) la consapevolezza da portare in Ucraina giovedì prossimo per prenderci la finale.
