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Napoli in lacrime per Gianna, la contrabbandiera trans cantata da Pino Daniele

Una grave lutto ha sconvolto la città di Napoli. Nelle scorse ore è venuta a mancare Gianna la contrabbandiera, storico personaggio del centro storico della città. Per gli assidui frequentatori di Piazza Bellini e dintorni, la sua era una presenza fissa, quasi inevitabile. Circolava per strada vendendo sigarette acquistate prima in tabaccheria e vendute con un piccolo sovrapprezzo. Un’attività illegale che però le garantiva un piccolo sostentamento per quella difficile vita che le era capitata.

Gianna, al tempo Gianni, era figlia di un maresciallo che poco propenso ad accettare la volontà del figlio di cambiare sesso, le procurò più volte problemi. Tra i vicoli si dice che sia stato proprio il padre ad ordinarne il primo di tanti arresti. Attivista, prostituta, sostenne fortemente le battaglie degli omosessuali, lesbiche e transessuali partenopei. “La Signora”, come la chiamavano in zona, raccontava di essere la protagonista della canzone di Pino Daniele, “Chillo è nu buono guaglione”.

Morte Gianna, i messaggi sui social

Numerosi messaggi di cordoglio sono apparsi sui social nelle ultime ore. Lucilla Parlato, giornalista napoletana molto attiva sul territorio, l’ha voluta ricordare così:

Era una “invisibile” più visibile di altri. Perché Giannina vendeva sigarette di contrabbando, di notte, nel centro storico di Napoli. Lo faceva girando con la sua borsa piena di Marlboro e Camel, cartine, filtri…Lanciando il suo richiamo, tra piazza Bellini e San Domenico, senza nemmeno urlare. La conoscevano tutti. E tutti la aspettavano. Priva di garbo, sgraziata, a volte addirittura villana…La si perdonava perché era Giannina e anche perché era la salvezza per qualsiasi fumatore. Ma soprattutto perché quella sua figura segaligna, aspra, i suoi improbabili look, la sua essenza rude, ti parlavano di dolore e di verità. Perché Giannina era così, reale. E qualche volta si era fermata con qualcuno più empatico a raccontare la sua vita…Perché ne aveva passate tante…”.