Circa novanta minuti, e quanti secondi? Contate con il sottoscritto, 1, 2, 3, 100, 1000… sono troppi? Un tempo eccessivamente smisurato secondo un vostro parere? Forse per gli amanti del calcio, comodi sul proprio divano, pronti a gustarsi i match più affascinanti di ogni giornata calcistica, il tempo può sembrare frivolo, quasi effimero. Eppure per i calciatori novanta minuti possono simboleggiare un momento di profonda tensione ed infinito turbamento, una guerriglia ardua ed impegnativa da affrontare. Nell’universo calcistico, in novanta minuti possono essere decretate le sorti di qualcosa ben più titanico e rilevante, che va oltre i confini dell’immaginazione. Al termine del match tra Napoli e Real Sociedad è stato deciso il destino di entrambe le compagini e dell’intero Gruppo F, un coacervo di emozioni ha invaso ogni angolo del girone.
Nello stadio intitolato “Diego Armando Maradona“, il Napoli ha puntato il primo obiettivo stagionale contro la compagine spagnola, seconda in Liga, imbattuta dal ko dell’andata proprio dai partenopei. Il tutto, dunque, si è risolto in novanta minuti, soltanto cinquemilaquattrocento secondi. Una gara incredibile, davvero mozzafiato, quella tra due grandi squadre, ritmi altissimi, nervi saldi ed enorme concentrazione per una posta in palio altissima.
Una partita di Europa League da Champions League? La riflessione del tecnico dei “Txuri-urdin“, Imanol Alguacil, ma che in effetti è condivisa da quasi tutti gli individui per lo spessore della rosa azzurra, ma anche per il gioco della squadra e della filosofia calcistica imposta da mister Gattuso. Il Napoli è la migliore compagine dell’Europa League per occasioni create, le qualità possedute dal club campano sono immense, l’eccedenza del talento non mostrato è soltanto mascherato negli animi dei propri calciatori.
Agli azzurri mancava soltanto un punto, a meno di notizie sorprendenti dall’altra sfida, con l’AZ che alla fine non è riuscita ad imporsi in trasferta contro un Rijeka già eliminato. Il Napoli, dunque, aveva due risultati a disposizione, ma prima del match mister Rino Gattuso aveva già fatto sapere ciò non avrebbe fatto la differenza. I partenopei erano affamati, la loro fame pareva insaziabile, sbranare è stato il loro obiettivo fin dall’inizio del match. Due assenti di lusso, inoltre, per “La Real” , estremamente dannosa la privazione di due cardini del club basco, David Silva e Mikel Oyarzabal.
Inerente alla formazione azzurra, c’era l’ultima partita della fase a gironi, il sesto turno di un raggruppamento alquanto bislacco, equilibrato e molto combattuto. Rino Gattuso e il suo Napoli, mutati in feroci predatori, sono andati a caccia del successo in un match dal sapore caratteristico, sia per la ghiotta ricompensa, sia perché gli azzurri hanno disputato la prima gara ufficiale sul rettangolo verde intitolato “Diego Armando Maradona“, dopo la scomparsa della leggenda argentina.
Con un 4-2-3-1, a risiedere i pali della porta azzurra è stato chiamato in causa David Ospina, il tecnico calabrese ha deciso di affidarsi all’esperienza, il tandem difensivo, composto da Koulibaly-Maksimovic, ha governato la retroguardia; sulle corsie hanno sostato due calciatori preziosi per la squadra campana, si parla di Mario Rui e Di Lorenzo. Fabian Ruiz e Tiemoué Bakayoko hanno incarnato i ruoli di mediatori tra la difesa e l’attacco; sulla fascia sinistra il capitano Lorenzo Insigne, su quella opposta Lozano preferito a Politano, Mertens si è caricato sulle spalle il reparto offensivo azzurro, interpretando la funzione di centravanti, alle sue spalle, come trequartista, Piotr Zielinski.
I primi quarantacinque minuti di gioco sono stati equilibrati, quasi di sofferenza per entrambe le compagini, troppo timide in attacco, timorose di spingersi in avanti e di mordere l’avversario. I padroni di casa hanno subito l’iniziativa aggressiva della Real Sociedad, la quale ha gettato al vento, scaraventate tra i gioccioloni di pioggia precipitati dal cielo, differenti occasioni eccellenti. Poco dopo la mezz’ora di gioco, una beffa schiaffeggia i “Txuri-urdin” e il fato regala ai partenopei la rete del vantaggio: senza ombra di dubbio, sono state le Moire, dee del destino, a regalare agli azzurri il gol dell‘1-0, ma la prodezza di Zielinski, sugli sviluppi di una palla inattiva, è strepitosa. Si va negli spogliatoi a prendere un tè caldo con il risultato invariato.
Nella ripresa lo scenario è stato identico, il copione non è cambiato, gli spagnoli hanno spinto il piede sull’acceleratore per tentare di raggiungere quanto meno il pari. Il Napoli ha atteso e quando era in possesso, ha tentato di gestire la sfera, la concentrazione ha regnato nella metà campo azzurra. I partenopei non hanno sfruttato alcune opportunità cruciali e il finale ha appresentato una spina nel fianco per la formazione di casa: nei minuti di recupero, la Real Sociedad ha agguantato il pareggio ed ha festeggiato la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Per il Napoli non è mutata la situazione in classifica, la vetta si è comunque tinta d’azzurro. L’1-1 finale non ha soddisfatto Rino Gattuso, ma era un risultato scritto nel destino, stabilito dalle Moire.