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Napoli, gli studenti occupano il liceo Vico

Napoli, viene occupato dagli studenti il liceo Gian Battista Vico.

“Siamo contro la didattica a distanza. Vogliamo tornare a scuola senza essere etichettati come untori. Se siamo arrivati a queste occupazioni è perchè lo riteniamo un gesto estremo di protesta per chiedere delle soluzioni concrete riguardo ai trasporti, all’edilizia  e alla sanità. Il Covid-19 ha peggiorato la situazione”. Spiega uno studente.

La voce degli studenti si fa sentire a pochi giorni dal rientro in aula per le scuole superiori, previsto per il primo febbraio, a seguito dell’ordine del Tar della Campania.

Gli studenti prima di occupare il liceo si sono sottoposti al test rapido.
Tante sono le, giuste, richieste degli studenti: presidi medico-sanitari all’interno delle scuole e la possibilità di poter ricevere ed effettuare tamponi naso-faringei. Chiedono di poter monitorare regolarmente gli eventuali casi positivi all’interno dell’istituto.

Il Covid-19 peggiora una situazione, che come spiegano gli alunni, era già disastrosa. Emergono in misura maggiore le disparità fra le cosiddette scuole di “serie A” e quelle di “serie B”.
Stiamo occupando un istituto vuoto poichè dopo 111 giorni in Campania le scuole continuano ad essere chiuse”,denunciano inoltre la scarsa sicurezza che purtroppo esisteva già prima della pandemia.

I ragazzi: “Noi siamo qui per dimostrare che il rientro in sicurezza è possibile, vogliamo riappropriarci dello spazio che ci spetta di diritto. Siamo stati privati di quella istituzione che dovrebbe essere il punto di riferimento di noi adolescenti, siamo stati traditi da chi doveva tutelarci e presi in giro da chi doveva prendersi cura di noi”.

Gli studenti sentono il peso delle responsabilità,  e l’angoscia di essere trattati quasi come “delle cavie sulle quali testare l’andamento dei contagi”. E visti come persone alle quali puntare il dito nel caso di un aumento di persone affette da Covid-19.

Inoltre gli alunni del liceo Gian Battista Vico hanno somministrato un sondaggio sul gradimento della didattica a distanza, oltre la metà degli iscritti ha partecipato. L’esito del sondaggio ha affermato che il 70.3% non si sente tutelato e che la Dad “ha allontanato sempre di più gli studenti e docenti, aumentando il disagio psicologico causato dalla mancanza di socialità”

Le problematiche si trovavano già nella normalità, come si evince dal loro slogan –Non vogliamo tornare alla normalità perchè era la normalità il problema-