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martedì, 21 Marzo 2023

Napoli e i soliti errori: da Muniain a Defrel nulla è cambiato

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L’avventura di Benitez sulla panchina del Napoli volge al termine. A meno di clamorose e inaspettate sorprese, al termine della stagione il tecnico spagnolo non rinnoverà il suo contratto in scadenza il 31 giugno. La sofferta vittoria di ieri contro il Cesena non spegne le residue possibilità di qualificazione alla prossima Champions League, che può dare ancora un senso ad un’annata altrimenti fallimentare. La gara vinta contro i romagnoli ha tuttavia confermato ancora una volta tutti i difetti e i limiti del 4-2-3-1. In alcune occasioni, tipo con Roma o Wolfsburg, si è visto calcio-champagne, ma il più delle volte la squadra è parsa troppo lunga con un attacco da paura.

PROBLEMI TATTICI – La rete di Defrel, quella del temporaneo 2-2, è un film già visto. La prima volta che si è subita un’azione del genere è stata ad agosto contro l’ Atlethic Bilbao nel preliminare di Champions,. E’ possibile che un allenatore con l’esperienza di Benitez non sia riuscito a porre rimedio? E’ un problema di equilibrio tattico e di qualità dei singoli. Nel 4-2-3-1 la chiave di tutto sono i centrocampisti centrali il cui lavoro è molto complicato. Infatti sono deputati alla doppia fase, impostazione e difesa. I ripiegamenti spesso non arrivano in tempo e i cross del fondo verso la trequarti diventano letali. Inler, Jorginho, David Lopez e Gargano non sembrano avere la qualità e la continuità per evitare problemi in fase di non possesso. Di conseguenza la difesa è poco protetta. Per ovviare a tutto ciò Benitez avrebbe potuto passare ad un 4-3-3 più accorto ma non l’ha mai provato.

MENTALITA’- Rafa non si è calato al meglio nella realtà italiana. Gli attaccanti azzurri sono stati sempre garanzia di gol e grandi giocate però la storia del pallone nostrano ci ha insegnato che si vince con la difesa, trionfa chi subisce meno. Naturalmente il mercato non ha aiutato regalando innesti di qualità bassa, però da un tecnico che ha vinto tanto in giro per l’Europa ci si aspettava molto di più. Le sue scelte e la determinazione nel portare avanti le sue idee non hanno portato a risultati eclatanti. Troppe volte il Napoli è sceso in campo molle, senza la dovuta cattiveria e anche questo è un fattore che a lungo andare è diventato determinante. Andare a giocare in campi come quello di Verona, di Torino o di Empoli, dove spesso la partita con i partenopei è la sfida dell’anno, senza la giusta verve, ha portato a brutte figure difficili da spiegare.

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