-IL CIELO BLU DI NAPOLI-
Se Napoli è, per antonomasia, la città del mare e del cielo azzurro, sembra quasi scontato che il sogno di volare in questo cielo sia stato, da sempre, tra i desideri dell’uomo. Proviamo a immaginarci nella storia: è il 13 settembre del 1789, e Re Ferdinando IV di Borbone, con accanto sua moglie, la Regina Maria Carolina d’Austria, approfittando del bel pomeriggio estivo, si affacciano al balcone di Palazzo Reale, pronti a godere dello spettacolo organizzato per loro. Qualche minuto dopo, tra due ali di folla plaudente, lo studioso Vincenzo Lunardi, che dopo anni di studi, condotti insieme all’altro scienziato napoletano Tiberio cavallo, aveva scoperto come per i palloni aerostatici fosse più adatto l’idrogeno, rispetto all’aria calda dei fratelli Montgolfier, si alza in volo, dal cortile del maneggio reale, a bordo appunto di un grande pallone aerostatico. Il volo, che dura che dura circa un’ora, si conclude nella zona di Capodrise, vicino a Caserta. Due anni dopo, Lunardi stesso riprova a volare, ma, questa volta, il rientro è molto più avventuroso, visto che il suo pallone, ammara al largo di Capri, e lui viene salvato, non senza difficoltà, da alcune barche di pescatori accorse in suo aiuto. Ormai però, l’avventura del volo era, potremmo dire, decollata, e così, in poco tempo, si passò dai palloni aerostastici agli aerei veri e propri. Saltiamo nella storia al 1811: il Regno di Napoli è in questo momento nelle mani dei francesi, e, più precisamente, di Gioacchino Murat. Durante uno spettacolo militare, organizzato nell’immensa spianata di Caput Clivii, poco fuori città, si esibisce, durante appunto la parata, in uno spettacolo di volo aereo, la pilota francese Sophie Blanchard, già famosa in Francia, tanto da essere stata invitata, pensate un po’, un anno prima, addirittura alle nozze di Napoleone. Sophie infatti, si lanciava in spettacolari voli aerei notturni, a cui venivano spesso abbinati fuochi pirotecnici, che esaltavano le evoluzioni dell’aereo. Questo volo della pilota francese, fu solo il primo di una lunga, lunghissima serie. In quel luogo infatti, pensate, adesso sorge proprio l’aeroporto di Capodichino, lo scalo Internazionale di Napoli, che consente a milioni di turisti di venire a visitare la splendida città partenopea. Non si può di certo negare come l’azzurro del cielo di Napoli quindi, sia davvero una calamita troppo forte per non desiderare di alzarsi in volo, e così potere, dall’alto, ammirare il lungomare, il Castel dell’Ovo, la collina del Vomero, fino all’ enorme abbraccio del Vesuvio.