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Napoli: culla di Cultura e Teatro

Da sempre Napoli è una città considerata culla di teatro e cultura, ecco perché.

Teatro napoletano

Il teatro napoletano si è afferma nel XV secolo durante il dominio aragonese con le opere di Jacopo Sannazzaro, che negli anni diede sfoggio della propria dialettica, realizzando delle opere di grande successo. A Castel Capuano, infatti, mise in scena l’Arcadia, un’opera creata per omaggiare il re Alfonso D’Aragona. Nell’Arcadia, il Sannazzaro celebrava le vittorie degli spagnoli e in particolar modo la presa di Granada. Dopo qualche anno, si affermò anche Pietro Antonio Caracciolo, che con la sua spiccata personalità seppe conquistare il pubblico con spettacoli come La farsa de lo cito e Imagico. Il successo di Caracciolo fu decretato anche dal fatto che egli trattava temi popolari e semplici, utilizzando un linguaggio comprensibile da tutte le classi sociali. E fu proprio questa la grane innovazione di Caracciolo, il quale “aprì” ai ceti più umili, un’arte che fino ad allora era riservata soltanto alle più alte classi sociali.

All’inizio del 1500 spiccò anche il cantastorie da strada Velardiniello. Quest’ultimo è stato capace, seppur con un altro tipo di linguaggio, meno aulico, a penetrare nell’immaginario collettivo e rimanere impresso con la sua dialettica ironica.

Pulcinella

Pulcinella è una figura che proviene dal popolo e che incarna tutte le caratteristiche del popolo stesso, pregi e difetti compresi. Il personaggio di Pulcinella dà voce alla ceto sociale più basso, da sempre vessato dalle ingiustizie e soggetto alla fame e alla povertà.

Il primo a interpretare Pulcinella fu Silvio Fiorillo alla fine del 1500. Il vero successo e riconoscimento della maschera giunse, però, soltanto più tardi, grazie all’interpretazione di Andrea Calcese. L’ultimo attore ad interpretare il ruolo fu Antonio Petito nel corso del 1800, che fu capace di attribuire una caratterizzazione unica nel suo genere a Pulcinella.

I personaggi di Eduardo Scarpetta

Eduardo Scarpetta fece la sua comparsa nell’ambito del teatro napoletano a soli 15 anni. Il personaggio maggiormente di successo è stato Felice Sciosciammocca, spalla di Pulcinella. Proprio con Pulcinella, Felice Sciosciammocca teneva dei divertenti dialoghi. Più tardi, Scarpetta decise di dedicarsi alla realizzazione di figure appartenenti all’alta borghesia, ridicolizzandoli e smascherandoli in ognuna delle loro debolezze.

Il successo fu immediato, poiché le classi sociali più basse si vedevano finalmente rappresentate.

L’eredità di Scarpetta: i fratelli De Filippo

I tre celebri attori Peppino, Eduardo e Titina sono in realtà i figli illegittimi del deceduto Scarpetta, che ebbe una relazione con Luisa de Filippo.

La loro fu una carriera di enorme successo che vide il loro esordio tutti insieme nella celebre opera Natale in casa Cupiello.

Il più noto dei tre, Eduardo divenne famoso nel dopoguerra con i suoi Napoli Milionaria e Filumena Marturano.

La comicità di Edoardo era differente da quella praticata in precedenza, in quanto abbandonava le maschere in favore della rappresentazione della realtà e della vita quotidiana.

L’ascesa di Totò

Totò nome d’arte di Antonio de Curtis ha mosso i suoi primi passi sul palco teatrale facendo la parodia del macchiettista Gustavo De Marco. Il suo scopo era ideare una vera e propria maschera umana, riprendendo il passato ma allo stesso tempo innovandolo con la sua capacità di suscitare una risata anche con il retrogusto amaro.