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Musica, Steven Adler suicida

Non esiste pace per i dannati della musica.  Nelle ore dello scorso giovedì, 27 giugno, Steven Adler, ex batterista dei Guns n’ Roses, tra i fautori di un album leggendario come “Appetire for Destruction” del 1987, ha tentato di togliersi la vita, pugnalandosi allo stomaco mentre era nella sua casa, a Los Angeles, Usa.

La notizia è stata diffusa stamani sul sito web di Tmz.

Adler, soccorso in casa dai paramedici del L.A. Hospital, è stato in seguito trasportato all’ospedale, al momento non sarebbe a rischio della vita.

Secondo quanto riferito da Tmz, le dinamiche e gli eventi sono ancora chiaroscuri. Dalle fonti la ferita sarebbe stata autoinflitta da parte dell’uomo, il quale già in passato ha avuto comportamenti analoghi.

Nel 2001, Steven Adler dichiarò che aveva sofferto di manie suicide e che aveva tentato due volte il suicidio. Adler spesso spiegò che tale fragilità emotiva era dovuto alle problematiche annesse alla “cacciata” dalla band nel 1990, con all’attivo due album, oltre a “Appetite for Destruction”, “G n’ R Lies”, a causa dei suoi problemi con alcool e droghe,  il divorzio e infine, la solitudine.

Adler nel 1990 fu licenziato dai Guns n’ Roses proprio dal frontman Axl Rose perché impossibilitato a suonare per la sua disintossicazione dall’eroina. In quell’anno i Guns n’ Roses scrivevano la storia del rock registrando “Use Your Illusion” vol. 1.

A tale evento era già preceduto l’allontanamento dell’altro storico fondatore della band street metal delle “rose e delle pistole”, Izzy Stradlin.

Ciò compromise anche i rapporti di amicizia che legava i vari componimenti della band. La rottura artistica tra Axl e Steven incise anche a livello personale, fino alla sentenza del tribunale che diede ad Adler 2 mln di dollari di risarcimento ma accrebbe il suo vuoto di tossicodipendenza e depressione.

 

 

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."