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Murat dichiara guerra all’Impero d’Austria

Murat è ricordato per essere stato tra i sovrani dell’allora Regno di Napoli più controversi, quasi un Julien Sorel stendhaliano.

Cognato di Napoleone Bonaparte, non desistette dal voltagli le spalle pur di preservarsi il mantenimento del potere sul territorio italiano settentrionale.

Murat, il “Re elegante” per i Napoletani, detiene il ruolo d’essere stato tra i primi fautori dell’incipit del processo risorgimentale nella lotta contro l’Impero d’Austria.

Tra il 14 e 15 marzo 1815, nelle ultime battute del destino di Napoleone, “I cento giorni”, Murat e il regno di Napoli costituirono l’unica realtà territoriale che si oppose al ritorno delle monarchie spodestate.

Murat a capo del regno di Napoli scese contro l’Austria allo scopo d’impedire il ritorno dei Borboni sul trono napoletano, i quali capitanati da Ferdinando IV soggiornavano in Sicilia protetti dalle forze navali inglesi.

Murat raggiunse con l’esercito l’Italia Centrale, combattendo presso Occhiobello, in Veneto e venendo duramente scinfitto.

La potenza austriaca, futuro braccio della Restaurazione in Italia, costrinse Murat e i suoi alla ritirata presso Forlì da cui prese il via la battaglia che molti storici del Risorgimento italiano vedono il primo vero scontro nella lotta risorgimentale e dell’indipendenza italiana: la battaglia di Tolentino.

La ritirata di Murat evidenziava la sconfitta delle riprese forze napoleoniche e murattiane nell’Italia del Nord.

Gli effetti della battaglia di Tolentino culminarono con una disfatta per l’idea di Murat di mantenimento del Regno di Napoli, ma si convertì in un nuovo segnale, diretto stavolta non soltanto ai napoletano ma agli italiani.

Con il proclama di Rimini, Murat prendeva voce rivolgendosi a tutti gli italiani e incitandoli alla rivolta contro gli occupanti austriaci, pronti ad esercitare l’egemonia sul territorio italiano.

Il je accuse di Murat non cadde invano.

Omonima canzone d’influsso petrarchesco fu composta da Alessandro Manzoni, in cui descriveva le forti impressioni suscitate dalla fine dell’età napoleonica e il nuovo irrompere della potenza austriaca.

L’ Italia dell’ottica manzoniana veniva vista sempre soggiogata dopo il declino dell’Impero Romano, mentre nelle ultime battute l’idea di Murat diviene disegno di liberazione e riunificazione nazionale di tutti i popoli d’Italia contro lo straniero.

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."