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martedì, 30 Maggio 2023

Mondiali 2014: Il calcio d’inizio è di un ragazzo paraplegico

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Giovanna Castrovinci
Giovanna Castrovinci
24 anni , nata a Napoli, studia Lingue e Culture comparate presso L'università l'Orientale, è da sempre affascinata dalle culture, dai linguaggi, dalle tradizioni straniere. Interessata all'arte in tutte le sue forme, dalla poesia alla fotografia. Amante della musica, in particolar modo dei Queen e dei Rolling Stones.

Il calcio più bello della prima partita dei Mondiali 2014?  Senza dubbio quello d’inizio. A tirarlo Juliano Pinto, un ragazzo affetto da paraplegia, che ha potuto calciare il pallone grazie all’innovatissimo esoscheletro dell’Università di Duke chiamato BRA-Santos Dumont, il cui nome è ispirato al famoso aviatore brasiliano Alberto Santos-Dumont. 

La mente del progetto è del neuroscienziato Miguel Nicolelis, il quale collabora con circa 100 prestigiosi scienziati al Walk Again, un progetto di avanzatissime tecniche di Brain Machine Interface. Nicolelis è un ingegnere e fisico brasiliano conosciuto in tutto il mondo grazie al suo lavoro pionieristico nella lettura del pensiero delle scimmie; non solo, è a lui che si deve il primo prototipo di braccio meccanico collegato a neuroni negli anni ’90. L’esoscheletro di alluminio e materiali plastici stampati in 3D, è frutto di un lavoro tra l’Università americana Duke nel North Carolina e quella Tecnica di Monaco, che si è occupata principalmente della parte robotica. La prima parte della preparazione all’uso dell’esoscheletro è stata basata sulla realtà virtuale. Il Dottor Nicolelic ha allenato per 6 mesi 8 volontari, tra i 20 e i 35 anni, in un laboratorio allestito eccezionalmente a San Paolo. A ciascun candidato è stato fatto indossare un casco EEG e un visore Oculus Rift, richiedendo di concentrarsi sull’azione precisa  del camminare. Il resto è miracolo della scienza: quando il paziente era realmente concentrato, il suo avatar virtuale iniziava realmente a camminare. Il candidato vincente è stato scelto sulla base del miglior movimento di esoscheletro: “Abbiamo simulato con la realtà virtuale anche lo stadio con la folla”,  spiega Regis Kopper, ricercatore del laboratorio di VR alla Duke Univesity,  preparando i volontari allo stress del grande giorno.

Alla parte virtuale del progetto è seguita quella reale, portando il paziente a camminare per davvero: “La difficoltà consiste non tanto nel fare dei passi o calciare il pallone – spiegano i ricercatori – ma nel percepire di nuovo quella sensazione perduta di riuscire a camminare”. E’ lo stesso Nicolelis a spiegare meglio cosa avviene: “Siamo riusciti a fare in modo che l’esoscheletro venga percepito come un estensione del proprio corpo. E’ stata riabilitata nei pazienti quella che è chiamata propriocezione, la sensibilità che permette di percepire il proprio corpo nello spazio, di cui hanno bisogno gli esseri umani per poter camminare”.

Juliano Pinto, per tornare a camminare, ha indossato una tuta con casco EEG​ . Il casco è stata collegato a dei sensori capaci di leggere le onde cerebrali. Sulle spalle ha indossato un zainetto al cui interno vi è un computer capace di trasformare gli impulsi elettrici del cervello in istruzioni di movimento delle gambe robotiche. Juliano è così riuscito a dare il calcio d’inizio ai contestati Mondiali in Brasile. Dopo il tiro al pallone, è arrivato fulmineo il twitter di Nicolelis: “We did it!”.

L’evento ha creato non poche  polemiche tra gli scienziati che non hanno gradito la presentazione del prototipo BRA – Santos Dumont durante un evento di portata mondiale, soprattutto perché avrebbe potuto creare false speranze in chi è affetto da questa disabilità. Il progetto infatti potrebbe essere introdotto con tempi lunghi, ma Nicolelis assicura che si tratta solo dell’inizio. Altre polemiche sono state  legate, invece, alla poca visibilità che è stata data al momento del tiro dalle telecamere durante la serata di presentazione dei Mondiali. Juliano è stato inquadrato quando il calcio era ormai stato dato e l’inquadratura è passata subito al palco dove si stavano esibendo Pitbull e Jennifer Lopez.

Polemiche o meno, il calcio più bello alla fine è stato dato dal sorriso di quel ragazzo che dopo tanto tempo è tornato a calciare un pallone. e dalla tecnologia che, ancora una volta, incontra la scienza e con essa fa miracoli.

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