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Mondadori, nessuna distribuzione di dividendo

Mondadori, la casa editrice di Arnoldo Mondadori nata nel 1907, dopo la richiesta resa nota l’8 aprile scorso dal socio di maggioranza Fininvest, considerata tra le più potenti holding italiane e al cui vertice vige il suo fondatore Silvio Berlusconi, ha deliberato, tramite l’assemblea degli azionisti, l’intenzione di non distribuire alcun dividendo.

Proprio lo scorso 8 aprile la famiglia Berlusconi aveva dichiarato che avrebbe rinunciato al dividendo della società editrice, che controlla al 53% e che avrebbe quindi votato contro la distribuzione del dividendo in assemblea.

Infatti, questi riteneva che in un periodo come quello che si sta ancora vivendo, sarebbe stato preminente l’interesse di Arnoldo Mondadori Editore a disporre di ogni risorsa economica e finanziaria per fronteggiare l’emergenza”.

La Fininvest, la holding che detiene il reparto azionario della famiglia Berlusconi, non ha infatti accolto la proposta di distribuzione fatta dal consiglio di amministrazione, nonostante condividano le motivazione che portato a tale proposta.

Prima ancora dell’assemblea, la Fininvest aveva dichiarato che avrebbe rimesso “alla successiva valutazione del medesimo Consiglio l’opportunità  di convocare, nel secondo semestre 2020, un’assemblea degli azionisti per proporre l’eventuale distribuzione di riserve, qualora lo scenario economico, per effetto di una maggiore visibilità  sull’impatto dell’emergenza Covid 19, lo permettesse”.

La holding della famiglia Berlusconi rinuncerebbe in tal modo a 8,3 milioni allungando, di fatto, il “digiuno” che dura ormai da 8 anni e che il Cda nel consiglio di metà marzo per l’approvazione dei conti aveva deciso di interrompere con una cedola di 6 centesimi, pari a 15,6 milioni.

Oggi, dopo il comunicato stampa con cui la casa editrice ha reso noto l’esito dell’assemblea tenutasi a porte chiuse, la situazione vede la non distribuzione del dividendo e una rinnovata autorizzazione all’acquisto e alla disposizione di azioni proprie e all’istituzione di un “piano di performance share” per il triennio 2020-2022, riservato al Consigliere esecutivo e ad alcuni manager della società.