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domenica, 4 Giugno 2023

Milano, abusi su minori adescati tramite Whatsapp

Si fingeva bambina su WhatsApp e adescava giovani minorenni per abusare di loro. Arrestato il quarantottenne che si nascondeva dietro lo pseudonimo di Giulia.

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Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II

Milano, un uomo di 48 anni utilizzava in modo massiccio e sospetto WhatsApp è stato arrestato per abusi su minori.

L’uomo, grazie a un profilo falso da bambina, è stato in grado, tramite un curioso espediente, di adescare giovani vittime e abusare per tre anni di loro.

Le vittime sono tre bambine di età compresa tra gli 11 e i 13 anni.

L’uomo è stato arrestato grazie all’intervento di una maestra che, avendo instaurato un rapporto di fiducia con un’alunna, ha ottenuto le sue confidenze, svelando poi la vicenda.

L’uomo è un residente della provincia di Lodi incensurato e soffre da tempo di problemi psicologici, secondo l’accusa, attirava in casa le vittime, dove queste erano costrette ad abusi i quali veivano filmati. L’uomo si trova adesso in carcere a Milano.

Secondo le indagini l’uomo, un disoccupato residente con gli anziani genitori, benvoluto da vicini e conoscenti, era stato in grado di procurarsi il numero di telefono di una bambina, per poi ottenere da lei gli altri, innescando il meccanismo che ha portato poi agli abusi plurimi.

Inserendosi su WhatsApp con il falso profilo di “Giulia”, fingendosi quindi una ragazzina, crudele e minacciosa, era riuscito a soggiogare le tre bambine, costrette a mantenere il terribile segreto per paura che “Giulia, tramite una maga, facesse morire i loro genitori”.

Secondo quanto affiorato dalle indagini, era sempre “Giulia” a ordinare alle bambine di recarsi a casa dell’uomo, il quale fingeva a sua volta di dover sottostare alle pretese di “Giulia”, la quale lo obbligava a compiere atti sessuali con loro, filmando tutto.

Dopo tre anni però è stato commesso finalmente un errore, delle foto hard di una delle tre vittime sono finite per sbaglio su un profilo Instagram, facendo affiorare i fatti.

Un’insegnante ha denunciato tutto alla polizia, in seguito alla confessione di una delle sue alunne. I genitori, invece, non si sarebbero accorti di nulla.

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