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Mestieri antichi e curiosi della tradizione napoletana

I mestieri a Napoli anticamente venivano chiamati in modo diverso a come li conosciamo noi oggi. Spesso il nome deriva dalla mansione svolta detta ovviamente in napoletano, oppure dall’unione di due parole dei prodotti di quel determinato mestiere.

‘O Casadduoglio: oggi abbiamo grandi catene di supermercati dove è possibile trovare tutto, in qualunque momento. Fortunatamente in alcuni luoghi, come a Napoli, alcune persone tendono ancora a fare la spesa nei piccoli negozietti di fiducia. Come ad esempio alla salumeria, in cui è possibile trovare tutto, dagli affettati ai formaggi, dalla pasta al pane. Il salumiere veniva chiamato “casadduoglio”. Questo termine antichissimo risale a quando questo esercizio commerciale era l’unico posto in cui comprare viveri diversi da frutta e verdure, cioè formaggi, salumi, olio e pasta, come le salumerie moderne, ma anche saponi, detersivi ed oggetti di uso domestico. Il nome nasce dall’unione dei due prodotti tipici: il “caso”, dal latino (formaggio), e l’uoglio, dal latino (olio).

‘O pusteggiatore: un altro degli antichi mestieri napoletani, non il musicista o il cantante ma ‘O pusteggiatore. Era una figura che guadagnava grazie alla musica. Passeggiando tra le strade della città, in luoghi affollati e  ristoranti pieni di gente facoltosa e turisti,  improvvisava uno spettacolo canoro accompagnato dal suo strumento con cui allietava alcuni momenti, ricevendo in cambio notevoli mance.

La “mammazezzella”: anticamente alcune donne svolgevano uno dei mestieri molto richiesto, che oggi definiamo come “balia” o “bambinaia”.
Si tratta della “mammazezzella”, ovvero la nutrice, scelta dalle mamme per accudire e spesso anche allattare i propri figli in cambio di soldi. Erano donne molto formose e prosperose, dalla caranagione rosea, per lo più contadine, provenienti da Alife, Procida, Sorrento, Marano e Fratta, vicino Napoli. Questo mestiereman mano si estinse dopo l’introduzione del latte in polvere, che veniva succhiato dai bambini attraverso ‘o biberò, il poppatoio o con ‘o ciucce, il ciucciotto.

‘O Panzaruttaro: questo è uno dei lavori che non è del tutto scomparso, perché mangiare cibo da strada a Napoli è sempre un’esperienza particolare ma lo diventa ancor di più se le zeppole e  i panzarotti li prepara “o panzaruttaro”, uomo di innata allegria dedito all’antico mestiere partenopeo. Basta un carretto motorizzato munito di friggitrice, tanta pazienza ed uno spiccato senso dell’ironia, perché in questo mestiere bisogna saper far anche ridere, oltre che far mangiare.