In occasione del 25esimo anniversario della caduta del muro di Berlino, i graffiti presenti sull’East Side Gallery assumono un significato ancora più importante con le loro immagini e parole ispirate alla pace globale e alla riconquista della libertà.
Simbolo di una storia ingombrante, quel muro sulla Muhlenstrasse, nell’ex Germania Est, è anche la più grande galleria a cielo aperto, con i suoi murales realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo: perché l’abbattimento dell’odiata barriera di divisione, quel 9 novembre 1989, non è un evento legato alla sola storia tedesca ma riguarda tutti noi da vicino. Per questo motivo, dopo la riunificazione, quel pezzo superstite di muro è diventata una lunga parete da decorare e artisti di varia nazionalità hanno voluto preservare la memoria storica del luogo, con le loro opere. E quel muro ha di certo un valore simbolico altissimo: per i berlinesi rappresenta la vittoria contro l’oppressione e la libertà riconquistata, ma allo stesso tempo ha in sé i ricordi di periodi bui della storia contemporanea, gli accordi delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale che hanno condotto alla Guerra Fredda. Orgoglio e vergogna convivono dunque negli animi del popolo tedesco ed entrambi sono immortalati tra i graffiti dell’East Side Gallery.
Alcuni di questi sono molto famosi e passati ormai nell’immaginario collettivo: come il bacio di Vrubel tra Erich Honecker e Leonid Breznev, o la Trabant, vettura tipica della Repubblica Democratica Tedesca, che ‘sfonda’ il muro e che ricorda ai passanti la data fatidica dell’abbattimento del muro impressa nella targa, il cui titolo è “test the rest” di Birgit Kinder; “Berlyn” di Gerhard Lahr, in cui la “I” diventa una “Y” che frantuma un filo spinato e si proietta verso il futuro e oltre le frontiere, verso Tokyo e New York; “Tolerance” di Mary Mackey, che come dice il titolo è un inno alla tolleranza e una celebrazione della diversità; “it happened in November” dell’iraniano Kani Alavi che mostra i volti delle persone nell’apertura del muro, celebrando proprio il momento in tutta la sua maestosità ed importanza.
Sono solo alcune delle opere presenti che in tutto sono più di un centinaio che in molti casi prediligono la potenza espressiva delle parole, per lanciare messaggi di immediata comprensione. E’ questo il caso di uno dei più celebri graffiti, Ohne Titel, “senza titolo” di Muriel Raoux e kani Alavi, una frase in lingua tedesca e inglese che inneggia alla speranza ricordandoci che abbiamo sempre la possibilità di operare significativi cambiamenti: “tante piccole persone che in tanti piccoli posti fanno tante piccole cose che possono cambiare la faccia del mondo”.