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Mediterraneo, rischio d’estinzione per molte specie

Nel Mediterraneo esistono 86 specie tra squali, razze e chimere, ma la metà di esse risulta minacciata, mentre un terzo è addirittura prossimo al rischio di estinzione.

Il preoccupante dato emerge da un report del WWF, che mette al primo posto la sovrapesca, quale minaccia per gli abitanti dei mari, i quali occupano gli oceani da almeno 400 milioni di anni e che la nostra generazione sta decimando in pochi decenni.

Sebbene questi animali non rappresentino quasi mai l’obiettivo dei pescatori, verdesche, mobule, torpedini, gattucci, maki ed altre specie, spesso protette, sono catturate accidentalmente durante le attività di pesca nel Mediterraneo e, la maggior parte delle volte, rigettate in mare.

La pesca con reti derivanti (tra l’altro illegale) raggiunge cifre enormi di cattura. Si stima, ad esempio, che, nell’arco di un solo anno, la flotta marocchina abbia catturato, con quest’attrezzo, 20/25 mila squali pelagici nel mare di Alborán e tra i 62 e 92 mila in prossimità dello stretto di Gibilterra. Ma anche la piccola pesca con reti da posta ha un impatto negativo.

Altre minacce incombono su questi animali, quali la plastica, che è ingerita o rischia di intrappolarli e le frodi alimentari, che ingannano il consumatore, ignaro di mangiare carne di squalo spacciata per pesce spada.

Secondo la Guardia Costiera Italiana, quest’ultima rappresenta una delle tre frodi di pesca più comuni in Italia. Un fenomeno che, inoltre, comporta notevoli rischi per la salute umana: essendo molti squali al vertice della piramide alimentare dei mari, la loro carne contiene un elevato tasso di mercurio, spesso al di sopra dei limiti massimi consentiti dalla legge.